venerdì 21 gennaio 2022

#Anime: Voglio mangiare il tuo pancreas

[L’articolo contiene spoiler]

Come nella realtà, le storie non finiscono sempre con un “e vissero per sempre felici e contenti”, la vita non è la Disney e la morte di certo non è estranea alla nostra esistenza. Oggi vogliamo parlarvi di un anime disponibile su Netflix, “Voglio mangiare il tuo pancreas”. Lo sappiamo, il titolo farebbe pensare a un film horror, con tanto di zombie e simili, ma in realtà è una storia drammatica e molto realistica. Tratto dall’omonimo romanzo di Yoru Sumino, da cui sono stati ricavati sia un manga che un live action, questo titolo è uscito nel 2018.

Sakura e Haruki sono compagni di classe dai caratteri opposti: lei esuberante e sempre sorridente, in grado di mordere la vita con entusiasmo, mentre lui è un ragazzo solitario e taciturno, a prima vista anche insensibile, che preferisce passare il tempo a pensare a cosa gli altri vedano in lui che a tentare dei veri e propri approcci. Anche se sono nella stessa classe, i due non hanno mai interagito e la prima volta che lo fanno è nella sala d’attesa di un ospedale. Haruki, mentre aspetta il suo turno per farsi togliere dei punti, trova un quaderno caduto a terra. Sulla copertina, nascosta da un'ulteriore copertura, nota la scritta: “Diario della convivenza con la malattia”, tra le cui pagine si parla di un problema terminale al pancreas. Sakura corre in sala d’aspetto a cercare il suo quadernino e, dopo un primo momento di shock, rivela la verità ad Haruki: non le rimane molto da vivere, perché quell’organo malandato piano piano smetterà di funzionare. Nessuno è a conoscenza della sua malattia, solo la sua famiglia e adesso anche il giovane che ha di fronte. Dopo una iniziale noncuranza da parte di Haruki, i due cominciano a uscire insieme, cercando di andare d’accordo per quel breve periodo che le resta da vivere. C’è solo una promessa da mantenere: Sakura dovrà dire al giovane quando sarà il suo momento per morire.

Il loro rapporto cresce e lei gli insegna ad apprezzare la vita, ad aprirsi ad essa, a non essere più chiuso nel suo bozzolo. Ma un giorno, la ragazza non si presenta a uno dei loro appuntamenti e nel più tragico dei modi, Haruki scopre che è rimasta coinvolta in un omicidio. Il lutto lo sconvolgerà al punto tale da non essere in grado di prender parte al funerale. Però gli insegnamenti ricevuti non andranno perduti, perché riuscirà ad aprirsi al mondo e a provare a fare nuove amicizie, partendo dalla migliore amica di Sakura che lo ha sempre odiato.

Il titolo dell’opera fa riferimento a una frase che è il punto nevralgico dell’anime. Secondo un’antica credenza, infatti, mangiare l’organo di qualcuno permette all’anima dello stesso di continuare a vivere insieme a quella dell’altro. Il “voglio mangiare il tuo pancreas” sarà anche l’ultimo messaggio che Haruki invierà a una Sakura ormai passata oltre.

Dolce, commovente, ma anche molto semplice, la parte più nascosta dei due personaggi si rivela attraverso l’elementare “obbligo e verità” che se da una parte metterà a nudo il loro rapporto, rivelerà anche il passato della giovane. Così abituata a suscitare la pietà nel prossimo, a essere vista come fatta di cristallo, rimane affascinata da chi la vede come una persona come tante. Non è la malattia a determinare chi in realtà sia. Anche il messaggio riguardo a cosa sia la vita è molto toccante:

“Secondo me vivere è questo. È ricambiare l’affetto di qualcuno. Non si riferisce forse a questo, penso, quando si dice vivere? Apprezzare qualcuno, arrivare ad amare qualcuno, arrivare a provare antipatia per qualcuno, divertirsi stando insieme a qualcuno, tenersi per mano con qualcuno. È questo vivere. A stare da soli non si può comprendere neanche la propria esistenza.”

Seppur espresso in maniera quasi infantile, Sakura parla dell’esistenza come essere a contatto con qualcuno, come anime che hanno scelto di incontrarsi e di affrontare un percorso insieme. Non crede al destino, non crede al caso. Tutti siamo qui per una scelta fatta. Anche lo stare, per i due, nella stessa classe non è stato un tiro di dadi, quanto più una scelta fatta molto prima. Il fatto che lei sia ormai prossima alla morte e non abbia timore nel mettersi a nudo con Haruki o anche il semplice prendere le difese di un’anziana donna davanti a un giovane attaccabrighe, senza aver paura di morire, le permette di essere se stessa.

L’essere umano ha paura di morire, tendenzialmente, e gran parte dell’ansia deriva dal problema di cosa ci sia dopo. Sakura stessa ammette di averne il terrore. Vogliamo credere che ci sia un dopo per dare un senso al dolore provato qui, ma non è forse l’esistenza stessa della morte, del sapere che c’è una fine, a spingerci a fare anche il gesto più folle? La ragazza non parla della sua malattia solo per non rattristare chi le sta accanto, eppure anche Haruki ha fatto tanto per lei, standole accanto come nessuno mai prima. Lui, con le sue fragilità, ha avuto la forza di dare un senso a quella breve esistenza. Senza sovrapporsi, i loro spiriti si sono uniti, quasi come se lui avesse rispettato la leggenda mangiando davvero il pancreas di lei, completandosi. Solo così lui ha capito l’importanza di non rimanere in panchina come un passivo spettatore, ma di mettersi in gioco perché, sì, la vita può fermarsi in qualsiasi momento. Quindi, perché aspettare a vivere sul serio?

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