giovedì 6 gennaio 2022

#Disney: Ron - Un amico fuori programma

Premessa: per chi conosce la persona che sta scrivendo questo articolo (Silvia), sa quanto è strano e inusuale per lei anche solo sfiorare il mondo dell'animazione americana.
Sarà che il tema dell'amicizia è un tema che ha sempre toccato lei, e in realtà tutte e quattro le muse nel profondo o sarà che Ron - raffigurato in copertina - è per alcuni versi incredibilmente simile all'adorabile Baymax di Big Hero 6, ma sta di fatto che nonostante l'indifferenza generale provata nei confronti dell'animazione occidentale, oggi siamo qui a parlare di "Ron - Un amico fuori programma".
"Ron - Un amico fuori programma" ("Ron's Gone Wrong" in inglese) è primo lungometraggio della casa di produzione Locksmith Animation ed è stato distribuito in Italia dalla 20th Century Studios il 21 Ottobre 2021; la regia è di Jean-Philippe Vine e Sarah Smith, mentre la sceneggiatura è dell'appena citata Sarah Smith e Peter Baynham.

"Esistono due tipi di persone, papà: chi ha un B-bot e chi non lo ha."
- Barney

In un mondo futuro che non sembra affatto diverso dal nostro, il colosso della tecnologia Bubble lancia il B-bot, nato dalla mente del CEO dell'azienda Marc Weidell per aiutare le persone - soprattutto i più piccoli - a fare amicizia.
I B-bot assimilano tutto della persona che li acquista: nome, età, altezza, cosa piace e cosa no, hobby, profili social... insomma, tutto quello che potete immaginare di una persona. Lo fanno perché è il loro lavoro, è quello per cui sono stati progettati; d'altronde un migliore amico pronto all'uso deve conoscerci al 100% e comportarsi come tale, no?
Su queste premesse, dopo poco facciamo la conoscenza di Barney Pudowski, un ragazzino delle medie con una famiglia a dir poco particolare, che soprattutto non può permettersi di ricevere in regalo l'ultima uscita della Bubble. A scuola è l'unico a non avere un B-bot, e anche autoconvincendosi che lui non ne ha bisogno, in realtà sa bene che le pressioni sociali e la voglia di omologarsi sono troppo forti.
Una volta esternato il suo disagio (visibile dopo aver ricevuto dei comunissimi e banalissimi regali di compleanno), suo padre accontenterà suo figlio e gli regalerà quel che veramente vuole. Il problema? Il B-bot di Barney è difettoso, e non sarà di certo il migliore amico pronto all'uso che dovrebbe essere.
Eppure Barney ci si metterà di santa pazienza e gli darà tutte le informazioni di cui Ron (così si chiama il bot) ha bisogno, sopporterà i suoi errori, lo proteggerà quando ce ne sarà bisogno e sì, alla fine del film quando sarà necessario anche Ron proteggerà Barney.

La scena in cui il Marc si rende conto di come Ron non sia stato programmato - per colpa del suo difetto di produzione - con il suo codice ma con il codice molto più personale e umano del nostro protagonista è, a parer nostro, bellissima.
Il bot sotto gli insegnamenti di Barney sembra quasi umano, riesce addirittura a ridere spontaneamente alle battute del ragazzino, si ricorda della sua paura per il buio, ci discute e ci litiga come se fosse un suo vero amico, e non uno programmato per esserlo.

Sarà successo a tutti almeno una volta nella vita di desiderare che quell'amico stia in silenzio per un attimo, ci ascolti e per una volta faccia come diciamo noi, ci capisca perfettamente o si ricordi sempre delle cose che noi reputiamo importanti - o semplicemente delle cose che noi vogliamo -, ma non è possibile; le persone che abbiamo davanti e i nostri amici non sono dei bot, non sono "migliori amici pronti all'uso", non sono perfettamente programmati.

"L'amicizia è una strada a doppio senso"
- Barney a Ron

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