lunedì 14 marzo 2022

#Costume&Società: Imagine

Sono passati più di cinquant’anni dall’uscita della canzone Imagine, di John Lennon, eppure la maggior parte della popolazione non l’ha capita sul serio. La impariamo fin da subito, perché ogni decennio ha le sue guerre, i suoi attacchi terroristici, il suo faccia a faccia con la crudeltà dell’uomo, ma nonostante ciò, continua a non essere sul serio compresa. Si canta ma non si ascolta, si condividono i versi, ma non si mettono mai in pratica.
Noi Muse non siamo John Lennon, questo è ovvio, ma è forse giunto il momento di mettere per iscritto quello che ogni fan dei Beatles e/o di John sa molto bene: Imagine va vissuta nel quotidiano   
L’abbiamo analizzata già un anno fa (puoi leggere l’articolo cliccando qui), cercando di parlare del suo significato più profondo, eppure, forse, l’abbiamo fatto nel modo sbagliato. Dopotutto non servono molte parole, basta solo guardarsi dentro e rispondere a qualche domanda...

Non è nostra intenzione mettere qui il testo, il web, soprattutto le timeline dei social in questo periodo, ne sono strapieni. Vogliamo ricordarvi che quel “you” è riferito all’umanità intera. In italiano, infatti, è traducibile sia con “tu” che con “voi”. Strofa dopo strofa, John parla di un mondo dove non esistono confini tra paesi, non esistono religioni, nulla che possa creare una divisione, non esistono neanche i ceti sociali. Non esistono i poveri, come non esistono i ricchi. Nessuno è avido, come nessuno è affamato di qualcosa. È una canzone per tutti, non solo per i grandi della terra.

Quanti di noi vivono sul serio il presente? Quanti prestano attenzione a ciò che hanno dentro, a ciò che c’è intorno? Quanti, invece, compiono azioni oggi solo in vista di una probabile ricompensa domani? John, quindi, ci invita a vivere la vita nel presente, fregandocene del giudizio altrui, così come ci ricorda di non cedere nel giudizio altrui.      
Dice di immaginare un mondo senza confini o religioni, dove tutti sono in pace perché nessuno ha bisogno di uccidere o morire per questi valori, sì, è vero. Ma nel piccolo, quanti di noi sanno accettare il diverso pensiero? Quanti amano partecipare alle discussioni sui social o dal vivo? Quanti colgono la palla al balzo per lanciare frecciatine verso una persona, solo perché vive in modo differente? Ogni volta che giudichiamo gli altri, che auguriamo la morte o la negatività a qualcuno che non è in linea con i nostri pensieri, noi stiamo creando quelle divisioni che John ci fa immaginare inesistenti.

Ci dice di immaginare un mondo senza possedimenti, senza le proprietà, senza passare una vita ad accumulare ricchezze chiudendo gli occhi verso chi non ha nulla. Un mondo dove regna la fratellanza. Eppure, quanti sono restii a condividere vita, tempo, beni materiali, con il prossimo? Quanti non vogliono dare una mano quando vedono qualcuno in difficoltà? E non parliamo solo di fare beneficenza, ma anche solo di stare al telefono con qualcuno che sta passando un brutto momento, di offrire un abbraccio o un aiuto senza chiedere nulla in cambio, di liberarci del superfluo donandolo a qualcuno che ne ha più bisogno. Un mondo dove tutto è condivisione, ma che non deve rimanere ferma al mondo virtuale, una condivisione vera e spassionata.

You may say I’m a dreamer
(probabilmente dirai che sono un sognatore)
but I’m not the only one
(ma non sono l’unico)
I hope someday you’ll join us
(spero che un giorno tu possa unirti a noi)
and the world will live as one
(e il mondo vivrà come Uno)

Sì, sempre quell’Uno di cui vi parliamo spesso. Quell’Unità che non vuol pensiero unico. Quell’Uno che significa che anche se siamo del tutto differenti tra noi per idee, pensieri, modi di vivere e di essere… in realtà facciamo parte dello stesso Essere, proprio come mani, dita, piedi, cellule, capelli, peli, occhi… fanno parte di un unico corpo, seppur con funzionalità e finalità diverse.
Imagine non è da cantare dopo che una bomba ci è scoppiata accanto. Imagine va vissuta, soprattutto quando davanti a noi abbiamo quella persona odiosa che proprio non sopportiamo. Imagine è quando non cediamo all’odio, quando l’offesa verso qualcuno rimane silente, quando il commento pieno di critiche o giudizi viene cancellato e non inviato.

“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”

È solo con i fatti che si dimostrano le parole e si dà l’esempio. Ci direte che siamo delle sognatrici se diciamo che partendo dal piccolo, si può arrivare al grande? Che un mondo senza guerre ci sarà solo quando elimineremo le guerre dal nostro quotidiano? Beh, non siamo le uniche. Speriamo che un giorno anche tu possa unirti a noi e vivere il mondo come Uno.

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