lunedì 14 marzo 2022

#Personaggi: Gino Strada

Si parla e si è sempre parlato tanto di pace; sono tutti bravi a farla dal divano di casa propria o da dietro uno schermo, ma in pochi hanno veramente il coraggio di rischiare tutto per provare a raggiungerla.
Mahatma Gandhi, Martin Luther King, Malala Yousafzai, George Harrison, John Lennon (sì, in un modo o nell’altro riusciamo sempre a parlarne)… questi sono solo alcuni dei nomi di pacifisti che hanno rivoluzionato la storia, ma se vi chiedessimo di nominarne alcuni italiani?


Sebbene Gino Strada, fondatore della ONG Emergency, non si sia mai considerato un pacifista ma solo “contro la guerra”, in realtà rientra a tutti gli effetti in questa categoria; in fondo ha dedicato la sua vita per provare a raggiungerla, no?

Luigi “Gino” Strada nasce il 21 Aprile 1948 a Sesto San Giovanni - comune della città metropolitana di Milano - in un ambiente cattolico che lo ha da subito sensibilizzato sulle realtà sociali.
Dopo essersi diplomato al Liceo classico Giosuè Carducci di Milano, Strada si è iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano laureandosi all’età di trent’anni e specializzandosi poi in chirurgia d’urgenza. Durante i suoi anni di studio ha aderito alla corrente universitaria comunista e preso parte al Movimento Studentesco (MS). Dopo la specializzazione ha lavorato fino al 1988 come trapiantista all’Ospedale di Rho e ha lavorato successivamente alla Stanford e alla Pittsburgh University - negli Stati Uniti -, all’Harefield Hospital - nel Regno Unito - e al Groote Schuur Hospital di Città del Capo - in Sudafrica -. Dal 1989 al 1994, invece, ha lavorato con il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) in Pakistan, Bosnia ed Erzegovina, Somalia, Etiopia, Angola, Perù e Afghanistan; delle esperienze vissute in questi anni ha parlato poi nel libro “Pappagalli Verdi: cronache di un chirurgo di guerra” del 1999.
Nonostante Gino Strada non professasse la religione cattolica, fu molto amico del prete di strada Andrea Gallo e faceva spesso volontariato frequentando diversi gruppi cattolici; proprio in uno di questi gruppi ha conosciuto nel 1971 Teresa Sarti, con cui fonderà nel Maggio del 1994 Emergency: l’associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime di guerra.

Fondata insieme al filantropo Carlo Garbagnati e al medico Giulio Cristoffanini, l’associazione con sede a Milano è intervenuta in ben sedici paesi del mondo: Afghanistan, Algeria, Angola, Cambogia, Eritrea, Iraq, Italia, Libia, Nicaragua, Palestina, Repubblica Centrafricana, Ruanda, Serbia, Sierra Leone, Sri Lanka e Sudan.
Conosciuta per l’eccellenza del suo personale e per l’attenta selezione riservata a quest’ultimo,

l’associazione vanta nel suo staff di un élite di chirurghi, infermieri, fisioterapisti, avvocati e professionisti nel settore logistico, edilizio e amministrativo; inoltre, in Italia sono presenti circa centosessanta gruppi locali per un totale di circa quattromila volontari.
Tanto è cresciuta nel corso degli anni la sua importanza e tante sono state le missioni portate a termine che, dal 2015, Emergency ha uno stato consultivo speciale presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC).

Nel 2001 Gino Strada vince il premio Colombe d'Oro per la Pace, nel 2002 diventa cittadino onorario di Empoli, mentre nel 2003 diviene cittadino onorario anche di Montebelluna. Nel 2015 ha ricevuto il Right Livelihood Award e nel 2017 ha ricevuto a Seul il SunHak Peace Prize.
Più volte nel corso degli anni ha contestato la politica italiana, assumendo anche un atteggiamento critico nei confronti dei governi D’Elma, Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e Conte, arrivando a criticare in diverse situazioni anche le prese di posizione della NATO e affermando più volte di non prendere parte a nessun tipo di votazione.
Strada verrà definito molteplici volte “utopista” e un “pacifista radicale”, ma nonostante ciò nel 2013 verrà eletto tra i possibili candidati per il titolo di Presidente della Repubblica quirinarie del Movimento 5 Stelle; arriverà secondo solo a Milena Gabanelli - che rinuncerà al titolo - ma rinuncerà a sua volta per cedere il posto a Stefano Rodotà, terzo possibile candidato.
È morto improvvisamente il 13 Agosto 2021 a Rouen in Francia, all’età di settantatré anni; soffriva di problemi cardiaci da tempo.

“Caro Creatore, Re del Cielo e della Terra, titolare dell’Aldilà. Tu che sei infinitamente buono, lo sei sempre stato e sempre lo sarai, abbassa la testa e guardaci. Ci vedi? Siamo i Tuoi figli, tristi e sfiduciati da più di due anni. Lo so che per Te due anni sono una soffiata di naso, ma per noi cha abbiamo il metabolismo corto sono tanti. Se allontani lo sguardo, a 2.400 chilometri da qui, ci sono altri Tuoi figli che sono in mezzo alle bombe e piangono. E tremano. Da lassù, oltre le nuvole, non Ti andrebbe di vederci di nuovo felici? Siamo stanchi, caro Capo – ha continuato Littizzetto -. Vorrei dirTi che con tutta l’umiltà e il timor di Dio, prima non era così. Dopo il diluvio hai detto ‘basta’, hai fatto spuntare l’arcobaleno. Non è che appena finito di piovere hai mandato le termiti del legno sull’Arca. E anche dopo la pioggia di cavallette non è che hai fatto partire subito la tempesta di noci di cocco. Ci hai lasciato tirare il fiato. E invece, questa volta, mazzate una dopo l’altra. A raffica. Compreso quel simpatico virus che hai creato e fatto scorrazzare per due anni nei nostri nasi e nei nostri polmoni. Per questo Ti chiediamo con tutto il cuore: fai rinsavire Putin. Non ti dico del tutto, non ti dico di farlo diventare suor Cristina. Ma, almeno, che non passi il tempo a mettere in fila i carri armati come gnocchi fatti in casa.
Così come mia madre mi obbligava a mettere a posto la stanza urlando ‘tu hai fatto il casino e tu metti a posto’, così umilmente e rispettosamente ci sentiamo di chiedeTi: ‘Tu hai fatto Putin e adesso mettilo a posto’. Mettigli una mano sulla fronte che ne ha tanta di fronte, Putin è tutta fronte, e digli ‘basta, basta così’. Prendilo per le orecchie e scuotilo forte come si fa con lo shaker per preparare il Moscow Mule, fino a che il neurone non imbrocchi la strada giusta. Faglielo capire a Putin che chi scatena una guerra è glorioso solo per un minuto, ma poi nei libri di storia rimane un boia per sempre [..] Ferma Putin, Immensità nostra. Parlaci, convincilo a fargli finire questa guerra. Vogliamo tutti continuare a vivere, sia i russi che gli ucraini. Vogliamo tornare a cantare, a ballare, a mangiare gelati, a ridere, a lavorare, a pagare il mutuo, a sognare, a innamorarci. A fare dei figli, vederli crescere e non solo i nostri. Anche morire, sì. Ma quando è ora. Ognuno nel momento che Tu hai scelto, non portati via a mazzi dalle bombe e dalle granate. Ci piacerebbe tornare a goderci i tramonti e le albe. Vogliamo un mondo di pace dall’Europa agli Urali, dal Polo Nord alla Patagonia, in tutte le regioni, e anche dove è impossibile, come l’Afghanistan e la direzione dei 5 Stelle.
C’è un signore che da poco è arrivato su da Te e che mai come adesso ci manca tantissimo. Lo riconosci perché si chiama Gino (Strada, ndr), ha l’accento milanese, i capelli spettinati e probabilmente Ti ha parlato dell’Inter e di una certa Emergency. Lui diceva che in ogni guerra, il 90% delle vittime sono civili, persone che non hanno mai imbracciato un fucile, che non sanno neanche perché gli arriva in testa una bomba. E poi ripeteva: ‘Se la guerra non viene buttata fuori dalla storia degli uomini, sarà la guerra a buttare fuori gli uomini dalla storia’. Ecco, noi la pensiamo come lui. Ti prego, anche stavolta, liberaci dal male. Tua Luciana.”

- Luciana Littizzetto a Che Tempo Che Fa, 27 Febbraio 2022

A noi di 4Muses l’idea per questo articolo è venuta dopo aver ascoltato le parole di Lucianina; l’abbiamo ascoltata attentamente, pensando a quel signore dai capelli arruffati che ha dedicato tutto alla pace e che veniva considerato un utopista per curare tutti, anche i nemici, anche i talebani stessi. E poi abbiamo pensato a chi l’ha definito con quelle parole, e abbiamo capito che allora davvero il mondo non è pronto né per lui, né per tutti gli altri pacifisti che hanno provato, anche per poco tempo, a diffondere il verbo della pace.


“I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi”

- Gino Strada

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