venerdì 11 marzo 2022

Musica: Hero of War

In un momento così delicato a livello di equilibri mondiali, noi di 4Muses abbiamo pensato di parlare di una canzone che, a parer nostro, vale per ogni guerra. Non ci improvviseremo esperte di geopolitica, ma la nostra attenzione non può che spostarsi su un brano dei Rise Against, “Hero of war”, uscita nel novembre del 2009. Potete ascoltarla qui mentre leggete l'articolo.

He said "Son, have you seen the world?
Well, what would you say if I said that you could?

Di per sé il testo è una storia, il racconto di un ragazzo con il sogno, come la maggior parte, di viaggiare. Quale miglior prospettiva se non una persona che ci dice che c’è un modo e all’apparenza sembra anche molto semplice? Ma non è mai tutto così.

"Just carry this gun, you'll even get paid"
I said "That sounds pretty good"

“Devi solo prendere in mano quest’arma, questa pistola e sarà tutto spesato”. Pensate ai soldati della guerra del Vietnam o più semplicemente alla canzone “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones” di Gianni Morandi. Tutti idealizzano la guerra, ci sono ancora quelli ancorati all’idea che sia un gioco da ragazzi, che sia facile tenere in mano uno strumento che può togliere la vita a un’altra persona. Che sia facile uccidere il nemico. Ma chi è il nemico? Eppure molti reclutatori mettono in mano delle armi a ragazzi che non hanno la benché minima idea di quello che vanno a fare. Immaginate anche adesso i civili che si arruolano ogni giorno nella milizia ucraina per difendere il loro paese. Un fucile, una sola nota, “ratatatatà”.

Black leather boots
Spit-shined so bright
They cut off my hair but it looked alright
We marched and we sang
We all became friends
As we learned how to fight

Come diceva Kelso in “Scrubs”, in guerra si creano legami molto forti. Uniti nell’addestramento, tutti con un sogno nel cuore, ci si prepara insieme e si è pronti a morire insieme. È sempre una illusione, che il nemico non avrà scampo. Da giovani ci sentiamo tutti invincibili, tutti forti insieme in un gruppo.

A hero of war
Yeah, that's what I'll be
And when I come home
They'll be damn proud of me
I'll carry this flag
To the grave if I must
'Cause it's a flag that I love
And a flag that I trust

“Questo diranno di me”, è il senso di questa strofa. “Sì, sarò un eroe di guerra e quando tornerò a casa, gli altri saranno orgogliosi di me”. In questa parte della canzone, c’è tutta l’euforia di un ragazzo che già si vede ricoperto di onore per aver combattuto per una giusta causa, per una bandiera che ama, per la nazione che rappresenta. Sconfiggerà il nemico e la sua vita sarà diversa. E in un certo senso è così.

I kicked in the door
I yelled my commands
The children, they cried
But I got my man
We took him away
A bag over his face
From his family and his friends
They took off his clothes
They pissed in his hands
I told them to stop
But then I joined in
We beat him with guns
And batons not just once
But again and again

Ora immaginate dei soldati che hanno il compito di uccidere un uomo. Insieme si fa branco, quindi dopo aver separato la vittima dalla sua famiglia, lo ricoprono di vergogna, lo annullano come essere umano e alla fine lo trivellano di colpi. Il ragazzo della canzone, quello che aveva il sogno di viaggiare, inizialmente è contrario e, nel vedere come si comportano gli altri, pare restio, ma la voce del gruppo è più forte e alla fine si convince a prender parte allo scempio. È questo, quindi, l’eroe di guerra? Quello che ne umilia un altro? È questo un essere umano? E arriviamo al punto di rottura.

She walked through bullets and haze
I asked her to stop
I begged her to stay
But she pressed on
So I lifted my gun
And I fired away
And the shells jumped through the smoke
And into the sand
That the blood now had soaked
She collapsed with a flag in her hand
A flag white as snow

 Dopo aver seviziato un uomo, ecco il momento in cui il ragazzo capisce che era tutta una farsa, che la guerra non è un gioco, che degli innocenti rischiano la vita. Ecco che da ragazzo diventa uomo. Vede avvicinarsi tra gli spari una donna con una bandiera bianca tra le mani. È la resa incondizionata. Il ragazzo rimane senza parole davanti al coraggio della giovane, ma gli ordini sono chiari: deve uccidere chiunque gli si pari davanti. Le chiede di fermarsi, la prega di non proseguire, ma lei è forte dei suoi ideali di pace e non arretra. Un proiettile e cade nella polvere, stringendo ancora la bandiera tra le mani. Chi è quindi, l’eroe, se davanti alla resa incondizionata preme comunque il grilletto?

 A hero of war
Is that what they see
Just medals and scars
So damn proud of me
And I brought home that flag
Now it gathers dust
But it's a flag that I love
It's the only flag I trust
He said, "Son, have you seen the world?
Well what would you say, if I said that you could?"

 Ed ecco che la canzone cambia drasticamente il tono. Il ragazzo si chiede se davvero è diventato un eroe di guerra dopo tutto quello che ha compiuto. Gli altri lo vedono così, ricoperto di medaglie e cicatrici, eppure si legge disgusto nel testo. Sì, è un eroe che ha lottato per la bandiera, se l’è portata a casa e adesso prende la polvere. Le ferite si rimarginano, ma quelle dell’animo? Il senso di colpa chi lo lenirà? E poi la storia ricomincia da capo, in un cerchio infinito. Verrà scelto un altro ragazzo, un’anima ancora pura, un altro che diventerà uomo nel peggiore dei modi.

 E voi? Conoscevate questa canzone?

Nessun commento:

Posta un commento