mercoledì 16 marzo 2022

#Libri: La cura dei 10 minuti

Vi abbiamo già parlato di meditazione, sia nell’articolo dedicato ai suoi benefici dal punto di vista scientifico, sia nei vari articoli dove non vi nascondiamo che la pratichiamo quotidianamente. Anche su RadioSapienza, a volte, parliamo di quanto sia fondamentale concentrarci sul nostro respiro e su ciò che abbiamo dentro, guardando ogni nostro pensiero. Di conseguenza, come potrete immaginare, non neghiamo che ne parliamo anche con tutti i nostri amici, parenti o conoscenti. Ma abbiamo notato che ci sono molte scuse per non praticarla: “Non ho tempo”, “Con me non funziona”, “Io mi addormento”, “Non riesco a concentrarmi”… Così ci siamo chieste: perché la gente non fiata se deve prendersi un’ora per dedicarsi alla cura del corpo, ma non trova dieci minuti al giorno per meditare?

Attenzione: il libro, e quindi la lettura di questo articolo, è consigliato a tutte quelle persone che vogliono migliorare la propria vita, ma non fa guarire magicamente da qualsiasi trauma emotivo o non promette di far sparire qualsiasi malattia. È necessario anche chiedere aiuto a un esperto. Quando parliamo dei problemi con le altre persone, deve essere ben chiaro che ci sono dei limiti. Quando diciamo di accettare tutto, non intendiamo mai l’accogliere una persona che abusa di voi dal punto di vista fisico e/o emotivo. In questo caso la persona va denunciata e allontanata. Non siete mai soli, se chiedete aiuto, vi verrà dato. Potete contattarci anche privatamente.

 “Spesso non sono gli eventi della vita a rappresentare le sfide più ardue, ma l’interpretazione che ne diamo.”

I benefici della meditazione o anche della mindfulness (pratica della consapevolezza) sono ormai accertati scientificamente, tanto che persino Netflix ne ha dedicato varie serie. Meditare dieci minuti al giorno è fondamentale quanto lavarsi i denti dopo ogni pasto. Non è obbligatorio, certo, ma è una pratica quotidiana che serve a stare meglio mentalmente e fisicamente. Concentrarci solo sul momento, perché il passato è andato e il futuro deve ancora arrivare, ci mostra il nostro più grande dono: il presente. Quello che stiamo vivendo, qui e ora, non potrà più tornare, e se non impariamo a vederlo, sprecheremo un’intera vita.

Ora, sapete quanto siamo fan dei Beatles, quindi siamo fortunate perché la nostra pratica è iniziata nella adolescenza, ma vi assicuriamo che non è mai troppo tardi per iniziare, nonostante i limiti che ci imponiamo noi stessi. 

“Alcune ricerche svolte nel campo delle neuroscienze e della psicologia sono giunte alla conclusione che la mente influenza ogni aspetto della nostra vita. il problema è che non sempre questa influenza è positiva” 

Owen O’Kane è medico e psicoterapeuta. Dirige un presidio pubblico di salute mentale in Irlanda e grazie alla sua esperienza lavorativa con malati terminali, nei reparti palliativi, ha cominciato a sviluppare una pratica per calmare l’ansia e gestire lo stress. Da chi sta a un passo dalla morte ha imparato una grande lezione: tutti, ma proprio tutti, se potessimo tornare indietro prenderemmo la vita con più leggerezza, senza fossilizzarci sui problemi che la nostra mente tende a ingigantire.

Ne: La tecnica dei 10 minuti, O’Kane dimostra chiaramente che tutto ciò che la nostra voce interiore dice è frutto di false credenze, che potevano andare bene nel passato, ma che adesso non hanno più motivo di esistere. Quella voce - a cui possiamo dare il nome che vogliamo - ci frena, ci paralizza, ci umilia… Nelle poche pagine del libro (solo centocinquantacinque) abbiamo imparato a riconoscerla, come si muove dentro di noi, perché arriva e di conseguenza abbiamo imparato come trattarla con gentilezza.

L’effetto su di noi è stato calmante, non solo perché ci ha dato modo di conoscerci, ma soprattutto perché abbiamo cominciato anche a cambiare atteggiamento verso gli altri. Nella nostra vita abbiamo tutti quella persona arrogante, che ha sempre una cattiva parola per tutti, che urla e crea polemiche... Tutti ci diciamo che staremmo meglio senza, eppure non riusciamo proprio a liberarcene. Può essere un capo, un collega, un parente, o un amico... come possiamo vivere accettandola? Semplicemente capendo che quello che dice a noi, non sarà mai più grave di quanto dice a se stesso.  

“Il punto è che, a prescindere da cosa stia succedendo nella vostra vita, non sempre il cervello agisce nel vostro interesse. […] La vostra mente può fare mille cose diverse di cui adesso non siete consci: per esempio cancellare verità scomode, oppure alterare o rendere catastrofici altri scenari.”

Ecco che vediamo come la gente si tratta, proprio per come tratta gli altri. Dentro di noi comincia quindi a muoversi un moto di compassione, che ci porta a pensare: “poverino, chissà quanto sta soffrendo”. Non ce la prendiamo più, non ci diciamo più che probabilmente ha ragione quando ci dà dei buoni a nulla, ma anzi, contribuiamo alla sua felicità. Aumenta la nostra autostima, così come diminuisce la sua aggressività.

O’Kane mette il punto anche su molte affermazioni che abbiamo sentito dire anche noi.
Non ho tempo”. Quanta falsità. Premettendo che tutti noi possiamo svegliarci dieci minuti prima ogni giorno, perché riusciamo a trovare il tempo per la maschera ai capelli di un’ora, o anche solo per lavarci i denti, e non per prenderci cura della nostra mente? Questa pratica, infatti, può essere svolta anche sotto la doccia, o semplicemente rimanendo seduti in poltrona. Possiamo staccare il telefono dieci minuti prima ogni sera, e rimanere centrati su noi stessi prima di andare a dormire… Insomma, quanto spesso perdiamo tempo sui social, quando potremmo dedicarci al nostro personale benessere? Se vedeste i minuti di utilizzo del vostro telefono, rimarreste inorriditi. Quante volte siete stati un’ora su TikTok senza rendervene conto, per esempio? Perché non avete utilizzato lo stesso tempo per una passeggiata al parco?  

“La poca cura per se stessi è, tra le altre cose, un sintomo della depressione.”

Non fa per me”. Questa è una di quelle frasi che associamo a un bambino capriccioso che non vuole mangiare le verdure e dice che fanno schifo senza neanche averle mai assaggiate. Premettiamo che ognuno ha i propri gusti e interessi, ma è anche vero che noi Muse non amiamo tutti i cibi del mondo, ma quello che abbiamo nel piatto lo mangiamo fino all’ultimo boccone, proprio perché ci riteniamo fortunate ad avere cinque pasti quotidiani. Non è moralismo spicciolo, è veramente gratitudine. Le priorità nella vita sono sacrosante, ma perché tendiamo a mettere al primo posto quella che è la nostra immagine per gli altri, rispetto a quello che abbiamo dentro? Perché ci sminuiamo, mettendoci sempre in secondo piano? Chi dice “non fa per me” sta dando potere all’esterno, togliendolo a se stesso. Non vuole provare perché già convinta che non porterà a nessun risultato. Perché abbiamo questa sicurezza? Siamo tutti veggenti, o semplicemente amiamo umiliarci?

“Anziché mettere a tacere il pensiero scomodo, ascoltiamolo. Anziché tenerlo segreto, affrontiamolo (anche se solamente con noi stessi). Anziché ignorarlo, accogliamolo.” 

Io mi addormento”. C’è una falsa credenza che ruota attorno alla meditazione: meditare vuol dire non pensare a nulla, o rilassarsi. Tutto il contrario! Ma va bene, lo pensavamo anche noi quando eravamo alle prime armi. Se si sente il bisogno di dormire, non si sta meditando. Se non si sta pensando a niente, non si sta meditando. Meditare vuol dire essere pienamente consapevoli del momento presente. Vuol dire ascoltare ogni suono, sentire ogni profumo e guardare il proprio interno. Vuol dire osservare come reagiamo agli stimoli esterni e quali pensieri vengono generati, senza seguirli. E credeteci, tenderemo sempre a seguirli, il che va bene, perché bisogna anche accorgersi di quando stiamo perdendo la concentrazione. Non è un’attività da svolgere per addormentarsi - anche se inizialmente può capitare, e va bene così - o per liberarsi dai problemi. Ciò che ci angoscia non va mai negato o zittito. Tutto va osservato, compreso e integrato in noi. Le nostre emozioni, se ignorate, tornano a bussare sempre più prepotentemente, fino a sottometterci del tutto. 

“Tutti stiamo morendo. Per quanto difficile da accettare, è la verità. i buddhisti ci insegnano quanto sia importante ricordare che siamo mortali, perché da questa consapevolezza nasce una sensazione di libertà e compressione.” 

Io non riesco a concentrarmi”. Può succedere, soprattutto quando i livelli di stress sono alle stelle. Le tecniche esposte nel libro ci insegnano a respirare consapevolmente. È il respiro che fa tutto, aiutandoci anche quando non riusciamo a rimanere stabili. Più una situazione è negativa, più ci verrà difficile scegliere di sedere e osservare. Noi quattro abbiamo passato gli attacchi di panico, due di noi hanno tentato il suicidio più volte, quindi sappiamo benissimo cosa vuol dire rimanere fermi a osservare ciò che ci terrorizza. Capiamo la sensazione che paralizza, che toglie il respiro e il timore di osservarsi dentro. Ma se abbiamo passato tutto ciò, è anche grazie a queste tecniche. Siamo arrivate al punto che riconosciamo il moto di un attacco di panico, o di un pensiero ossessivo, prima che si presenti a noi e riusciamo a placarlo prima che inizi sul serio il suo moto. Quando non riusciamo – perché siamo tutti essere umani fragili – abbiamo comunque notato che il momento negativo dura molto di meno rispetto a prima.  

“Siamo tutti in difetto, ma nessuno è colpevole.” 

Se anche iniziare da dieci minuti vi spaventa, non temete. Ogni passo dura uno o due minuti, e non si può procedere al successivo finché non si è ben integrato il primo. Ognuno ha i suoi tempi, queste tecniche non hanno nulla di assoluto e tutti possono integrarle con metodi più consoni. Potete quindi rimanere per mesi al primo passo, osservando voi stessi per due minuti. La vita - e di conseguenza questa tecnica - non è una gara. Non si vince nulla, e non serve alcun attestato.  

Per generare un mondo in armonia, dobbiamo essere noi per primi il cambiamento. Ecco perché speriamo possiate approcciarvi al metodo che vi potrà cambiare la vita, nonostante i vostri timori o pregiudizi.

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