giovedì 24 marzo 2022

#Metafisica: All’alba sorgerò

 

È da tempo che non pubblichiamo un articolo sull’etichetta metafisica, forse perché ormai i messaggi occulti li infiliamo più o meno in tutti i nostri articoli. Oggi, però, ci è venuto in mente un ricordo: abbiamo scelto di aprire questa etichetta per parlare de: “All’alba sorgerò” (titolo originale “Let it go”), celebre canzone del cartone Disney “Frozen - Il Regno di Ghiaccio”; e di tutto abbiamo parlato, tranne che della canzone. È arrivato così il tempo di farlo.

Per i pochi che non lo sapessero, Frozen – Il Regno di Ghiaccio, più comunemente conosciuto come solo Frozen, è il cinquantatreesimo classico Disney, uscito nelle sale nel 2013. È un film da MustTo, in quanto è divenuto il film d’animazione con maggior incasso nella storia del cinema, superato al momento solo dal suo sequel: Frozen II - Il segreto di Arendelle. Tra i titoli vinti: due premi Oscar come miglior film d’animazione e miglior canzone (Let it go, appunto); il Golden Globe e il BAFTA, sempre per il miglior film d’animazione.

Solitamente, quando parliamo dei testi Disney, ci riferiamo alle versioni in italiano, per due motivi principali: ci siamo cresciute, ma soprattutto, quelle nostrane hanno un testo molto più maturo rispetto alle versioni originali anglofone. In questo caso, però, Let it go originale è molto più vicina alla maturità del testo italiano, che utilizziamo solo per questioni affettive. 

 “La neve che cade sopra di me, copre tutto col suo oblio
in questo remoto regno, la regina sono io
ormai la tempesta nel mio cuore irrompe già
non la fermerà la mia volontà” 

Non possiamo iniziare senza un ripasso della trama: Elsa (cioè la principessa che canta la canzone) è la figlia primogenita del Re e della Regina di Arendelle. È dotata fin dalla nascita di uno strano potere: quello di creare e maneggiare a suo piacimento ghiaccio e neve. Nessuno sa come sia possibile, né ha mai spiegato alla piccola come poterlo gestire, visto che a volte - soprattutto quando è vittima dei suoi sentimenti negativi, o poco consapevole di sé - non riesce a controllarlo.
Una volta ha rischiato di uccidere la sorella Anna, alla quale è molto legata, perché mentre giocavano di notte, per sbaglio, l’ha colpita alla testa con il suo getto ghiacciato. Da quel momento Elsa non è più riuscita a controllare il suo potere e ha preferito chiudersi in se stessa, smettendo anche di parlare con Anna. Anche i genitori le ripetono costantemente che il potere va celato e domato, nessuno dovrà mai scoprirlo.
Poco tempo dopo, i genitori muoiono in un naufragio, Elsa e Anna sono sconvolte, ma non riescono a darsi il sostegno necessario a vicenda. Il giorno del ventunesimo compleanno della primogenita, è anche il giorno in cui verrà incoronata regina. Elsa deve così affrontare l’intero Regno e l’emozione di quel giorno senza poter contare sui suoi genitori, e soprattutto senza contare su se stessa. Tutto, però, sembra procedere per il meglio, la cerimonia si conclude, ma al momento del banchetto, Anna annuncia alla sorella di volersi sposare con il principe Hans, conosciuto da… beh, da pochi minuti. Elsa le rifiuta l’approvazione, così Anna le rinfaccia tutti gli anni passati lontane, e per questo motivo, la maggiore non riesce più a controllare i poteri, che partono all’impazzata. Nonostante sia pieno luglio, Arandelle si ghiaccia, e nessuno sa come porre fine a quella che tutti definiscono maledizione.
Elsa scappa, pensando - erroneamente - che senza di lei tutti staranno meglio. Ecco perché Elsa vede attorno a sé solo neve, ed ecco perché quella tempesta non può controllarla. Agli occhi degli altri sembra cattiva, ma non lo è.

“Ho conservato ogni bugia
per il mondo la colpa è solo mia.
Così non va, non sentirò un altro no!
D’ora in poi lascerò che il cuore mi guidi un po’
scorderò quel che so e da oggi cambierò!
Resto qui, non andrò più via
Sono sola ormai, da oggi il freddo è casa mia!”


La neve è associata alla purezza, ma anche alla purificazione, essendo dell’elemento acqua. La neve simboleggia l’ingenuità di Elsa bambina, che per anni si è sentita dire di nascondere il potere, per evitare di fare male al prossimo. Quante volte è capitato anche a noi? Quante volte ci hanno detto di non dire o non fare certe cose “altrimenti chissà cosa penserà poi la gente”? Eppure, tutti facciamo del male al prossimo, inconsapevolmente o no. Molti nostri comportamenti sono innati, impulsivi, ma non per questo devono essere giustificati. Non va bene, per Elsa nascondere il suo potere, ma non va bene neanche averlo se non controllato, ecco perché va via.
Il freddo, infatti, quella che è la nuova casa di Elsa, è il momento in cui tutto si rigenera. Rimanere fermi, senza fare nulla, nel nostro inverno, non vuol dire scappare dai problemi, anzi. Nell’immobilità dell’inverno, cerchiamo un modo, una soluzione, per affrontarli e risolverli. “Scoderò quel che so e da oggi cambierò” è uno dei versi più belli, secondo noi. Le false credenze, quelle che ci hanno condizionato la vita fin da bambini, possono essere cambiate e annullate quando lo vogliamo, basta dimenticarsi di loro. Scordare ciò che sappiamo, è un ottimo modo per poter ricominciare, o cominciare a essere chi vogliamo. I versi cantati da Elsa possono sembrare versi di chi sta scappando, in realtà sta solo aspettando il suo modo per cambiare, e arriva la conferma nella strofa successiva.

“A volte è un bene poter scappare un po’
può sembrare un salto enorme ma io lo affronterò!
Non è un difetto, è una virtù, e non la fermerò mai più!
Nessun ostacolo per me, perché
d’ora in poi troverò la mia vera identità
e vivrò, si vivrò, per sempre in libertà.
Se è qui il posto mio, io lo scoprirò!”


A volte è un bene poter scappare un po’/può sembrare un salto enorme, ma io l’affronterò” nella versione originale è: “It’s funny how some distance makes everything seem small/and the fears that once controlled me/can’t get to me at all” (è divertente come un po’ di distanza renda tutto più piccolo/e le paure che una volta mi dominavano/ora non hanno più nessun effetto) Nel film, in questo momento, Elsa si rende conto che sta cominciando a comandare il suo potere. È lei che decide cosa creare, e quando. Anche la musica è un crescendo, ci accompagna nel momento “fomento”, in cui assieme a lei capiamo che tutti i nostri difetti non vanno nascosti, anzi. Tutti, dal primo all’ultimo, sono la nostra forza, basta solamente saperli usare. Ecco che l’impulsività di Elsa può essere indice di un’ottima regina, che farebbe di tutto per il suo Regno. La vergogna provata, può diventare un ottimo modo per esercitare compassione verso gli errori degli altri e forza d’animo per rimboccarsi le maniche.
Nella versione originale, infatti, Elsa dice che è il momento di mettere alla prova i suoi limiti, senza nessuna regola imposta da altri. È lei a essere genitore, regina, sorella, suddita, di se stessa.
La sua consapevolezza aumenta, e noi rimaniamo con il fiato sospeso: capirà come fare? Potrà vivere, quindi, in totale libertà, senza nascondersi più? Noi riusciamo a capire come dominare le nostre paure e insicurezze? Abbiamo capito come poter essere veramente noi stessi, senza dover continuamente limitarci?
Sempre nella versione originale, Elsa si rende conto di essere tutt’una con il cielo e il vento, lascia che tutto sia, e lascia che la tempesta infuri. Cosa diciamo sempre anche noi? L’unico modo per accettare noi stessi o una situazione, è praticare l’accoglienza: lasciare che tutto sia esattamente come è.

“Il mio potere si diffonde intorno a me ,
il ghiaccio aumenta e copre ogni cosa accanto a sé,
un mio pensiero cristallizza la realtà
il resto è storia ormai, che passa e se ne va!”


In questo punto la versione italiana, che può sembrare indice di una Elsa che abusa del suo potere, dovrebbe essere supportata da quella originale. Non possiamo riportarvela, però, perché c’è così tanto esoterismo in questi pochi versi inglesi, che ci servirebbe un articolo a parte. Se volete cimentarvi, vi diamo un piccolo aiuto: notate come sono definiti i fiocchi di neve. Altro aiuto, non snow flakes. Comunque, Elsa non sta aumentando la sua forza per ignorare la sua gente o la sua famiglia, al contrario. Sta sempre studiando se stessa, sta notando come funziona il ghiaccio e come un suo pensiero crei la realtà.
Noi, come lei, dovremmo fare la stessa cosa, quotidianamente. In quale modo un nostro comportamento impulsivo nasconde il bello, non facendocelo vedere? Quali pensieri stanno creando il nostro presente?
Il resto è storia ormai, che passa e se ne va”. Siamo disposti a perdonare il nostro passato? A capire che se vogliamo, non può più tornare? Che se cambiamo la nostra mente, di conseguenza cambieremo anche ciò che ci circonda? Il passato tende a ripetersi, se continuiamo con gli stessi pensieri e atteggiamenti.

“Io lo so, sì lo so, come il Sole tramonterò
perché poi, perché poi all’alba sorgerò!
Ecco qua la tempesta che non si fermerà…
Da oggi il destino appartiene a me.”


Ci fa sorridere come in fin dei conti, durante il film, qui Elsa comincia a essere vista come la cattiva. In inglese, in un verso, canta: “The perfect girl is gone”. Perché? Prima di rispondere alla domanda, sappiate che in questo momento Elsa cambia acconciatura e abito, si trasforma, come il bruco che è diventato farfalla.
Beh, quando cambiamo e prendiamo il controllo di noi stessi, chi non ci ha mai visto veramente, chi non ci ha mai voluto sul serio, ma ha sempre preferito una versione di noi, ci accusa di essere cambiati, sì, ma in modo negativo. Quando cominciamo a comportarci come siamo realmente, e non come gli altri ci vogliono, è normale peccare di imperfezione, ma dopotutto, chi è davvero perfetto? Inizieranno le accuse, le critiche e i giudizi. Bisogna imparare ad alzare le spalle, senza dare nessuna risposta, tanto non verrà compresa. Chi ci ama davvero, invece, ci apprezza, ci ammira e non ha bisogno di sentire determinate risposte ai nostri comportamenti totalmente liberi.
Ecco perché nel cartone Anna affronta Elsa anche adesso che è nel suo palazzo di ghiaccio. “Non devi proteggermi, io non ho paura”, dirà Anna a Elsa, quando quest’ultima, raggiunta dalla sorella, la caccia per aiutarla a difendersi.     
Sappiamo che Elsa ha bisogno di altri minuti per capire tutto questo, e di altre due canzoni, ma il senso della rinascita e riscoperta di sé è chiaro anche nell’ultima parte, quando dice che risorge come il sole all’alba. C’è sempre un nuovo giorno per essere una nuova versione di noi stessi.

E alla fine, tutto può essere riassunto così:

Ama e fa ciò che vuoi.”
SantAgostino

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