lunedì 7 marzo 2022

#Personaggi: Isabella d'Este

Quando pensiamo ai secoli passati abbiamo sempre in mente nomi di uomini. Nell’immaginario collettivo sono loro che hanno deciso le sorti dei paesi, soprattutto in Italia, dove i piccoli stati erano soliti fare guerre “fratricide” per ottenere il pieno potere. Dalle medie al liceo abbiamo incontrato poche donne riconosciute storicamente come vere capi di stato, e quasi nessuna italiana.     
Forse è arrivato il momento di rendere giustizia anche a loro, per questo oggi vogliamo parlarvi di Isabella d’Este. Abbiamo già accennato alla vita di Lucrezia Borgia, ma più per sfatare alcuni miti sulla sua persona. Se abbiamo scelto di iniziare la biografia delle donne rinascimentali da Isabella, non è perché la reputiamo migliore, ma è per un semplice motivo anagrafico, essendo lei la più grande. Isabella e Lucrezia, infatti, sono a tutti gli effetti le donne più importanti del Rinascimento, seppur con due caratteri completamente differenti. Così diversi che le due sono state rivali consapevoli.

Per un fattore di fluidità dell’articolo, abbiamo scelto di utilizzare i verbi al presente, in più abbiamo scelto di riassumere il più possibile la sua vita. Proprio per questo l’articolo potrebbe risultare pieno di buchi o di fatti storici descritti in maniera troppo superficiale. Il nostro intento, lo sapete, non è mai quello di dirvi tutto, bensì quello di appassionarvi, in modo tale da potervi documentare voi stessi. Prima di iniziare, sappiate che Alberto Angela nel suo libro: “Gli occhi della Gioconda”, ipotizza che l’identità della Monna Lisa sia proprio da associare a Isabella, chiamata a lungo nei secoli la “Primadonna del Rinascimento”.

Isabella d’Este nasce a Ferrara il 17 maggio 1474. Primogenita di Ercole I d’Este, secondo duca di Ferrara, e della principessa Eleonora d’Aragona. Che il sesso le vieti un giorno di ereditare il ducato, sembra non importare a nessuno, tanto che i genitori danno ordine di preparare la culla più bella e il popolo organizza feste in suo onore.
Il primo impatto con l’importanza del suo ruolo avviene nel settembre del 1476: la madre ha da poco dato alla luce il terzo figlio, Alfonso (nato il 21 luglio). Con un erede assicurato, Ferrara può già pensare alla discendenza, e questo non piace a Niccolò d’Este (1438-1476), figlio del fratellastro di Ercole I, Leonello d’Este (1407-1450) che vuole rivendicare il diritto al titolo. Niccolò decide così di attendere settembre, quando Ercole per guarire da una malattia, si rifugia nella villa di Belriguardo, lontano da Ferrara. Con la cittadina libera, Niccolò crede sia facile irrompere, ma i suoi piani sono sconvolti dal ducato che riesce a difendersi senza problemi, e da Sigismondo, fratello di Ercole, che mette in salvo Eleonora con i bambini. Isabella è una bambina di due anni e mezzo, ma quegli eventi, la fuga nei sotterranei prima, e la decapitazione di Niccolò dopo, la formano e le daranno freddezza e pragmatismo necessari non solo per sopravvivere alla politica rinascimentale, ma anche per guidarla.

Isabella riesce a colpire tutti per la sua bellezza e il suo carattere. A soli tre anni, i suoi modi di fare sono al pari di un’adulta; il nonno Ferdinando I d’Aragona (1424-1494) ne è completamente ammaliato e non manca di darle lezioni di politica e sulla sua dinastia. Le ricorda di comportarsi come suo pari e a ogni discorso con la piccola, aumenta l’orgoglio nei suoi confronti.

Isabella cresce, e assieme a lei crescono anche le responsabilità e gli studi. È un’allieva eccezionale, tanto da lasciare incantati i suoi maestri che ripenseranno a lei anche a distanza di anni. Impara a leggere e a scrivere con Jacopo Gallino, da Antonio Tebaldi (conosciuto come il Tebaldeo) apprende il volgare e Battista Guarino la inizia al latino. Ha solo cinque anni quando conosce già tutti i verbi irregolari, e poco tempo dopo legge Cicerone e Virgilio. Impara a memoria le Egloghe e l’Eneide, quindi è pronta per affrontare il greco. Poi passa allo spagnolo e al francese, anche se quest’ultima lingua non riuscirà a parlarla del tutto correttamente.
Oltre alla cultura, anche l’arte ha un ruolo fondamentale nella formazione educativa di Isabella. Prende lezioni di canto e ballo; con don Giovanni Martino impara a suonare il liuto, la viola e l’organo.
Oltre a tutto questo, ovviamente, studia anche le regole del buon comportamento: sa come stare a tavola, nei ricevimenti e impara l’arte oratoria. Dato che queste ultime non sono doti che si apprendono in maniera teorica, i genitori le fanno frequentare banchetti, feste, ricevimenti, funzioni religiose… Incontra personaggi famosi, dai sovrani agli artisti, passando quindi per ambasciatori e dame. Riesce a intrattenere tutti, parla con garbo, eleganza e profonda conoscenza.
Si fa così tanto apprezzare che Matteo Maria Boiardo, amico del padre, le fa leggere in anteprima i primi capitoli dell’Orlando innamorato. Isabella si avvicina moltissimo al personaggio di Rinaldo, per cui ama interessarsi al proseguimento del poema cavalleresco.

Nel 1478 muore Ludovico Gonzaga (1412-1478), marchese di Mantova. Al suo posto succede Federico Gonzaga (1441-1484), sposato con Margherita di Baviera (1442-1479). I due cercano moglie per il loro primogenito, Francesco Gonzaga (1466-1519). Vogliono arrivare agli estensi, anche per farsi perdonare l’appoggio dato a Niccolò anni prima.
Così l’ambasciatore Beltramino Cusastro, nella primavera del 1480, parte alla volta di Ferrara con una richiesta formale di matrimonio tra Isabella e Francesco.

“Interrogata di più cose sia da me che da altri, rispondeva con tanto intelletto e con lingua tanto spedita, che parve un miracolo che una putta di sei anni facesse così degne risposte, e benché prima mi fosse detto del singolare ingegno suo, non avrei mai stimato che fosse tanto né tale.”

- da una lettera che il Cusastro spedisce ai Gonzaga

La richiesta viene accettata, anche perché Isabella supera di gran lunga le aspettative dei Gonzaga. Da Milano, anche gli Sforza vogliono la mano di Isabella, così arriva a Ferrara Gian Galeazzo, il quale chiede il matrimonio con Ludovico Sforza (il Moro) (1452-1508). Non potendolo accontentare, i d’Este propongono in alternativa la secondogenita Beatrice. Ludovico accetta, sebbene sia lui che Isabella si pentiranno di non essersi sposati. Isabella è ancora piccola per comprendere i sentimenti, ma anche successivamente vedrà l’amore come un qualcosa di frivolo e immaturo, non necessario e che anzi, impedisce l’intelletto sano. I loro rimpianti riguarderanno del tutto il potere che avrebbero potuto esercitare sull’intera penisola. Comunque il mancato matrimonio non li allontanerà, al contrario: il rapporto sarà di totale dipendenza, quasi di sottomissione l’uno per l’altra. Tutto ciò sarà anche la causa di alcuni errori di valutazione da parte di Isabella, e nelle continue lotte contro la Francia che vuole dominare i territori degli Sforza, le sarà dura mantenere l’imparzialità.

“La vita come rappresentazione non è un segreto per lei, che già distacca da sé la visione delle cose per signoreggiarle”

Maria Bellonci

Il 13 febbraio 1490 si sposa ufficialmente con Francesco. Per Isabella il matrimonio è un patto, un’unione finalizzata al raggiungimento degli obiettivi in comune. Non si permette di perdere tempo nel sentimentalismo, o nell’impulsività sessuale, per quello ci penseranno le sue dame, che saranno per lei ottime pedine per favorire patti e alleanze. Lei, insomma, è al di sopra di certe pulsioni carnali, in un perfetto equilibrio tra materialismo e divino.
Ciò per cui prova una vera passione, però, è l’arte. Colleziona da sempre opere rare, e una volta arrivata a Mantova inizia subito i lavori per sistemare il suo Studiolo; i lavori terminano nel 1494, ma nel corso degli anni successivi saranno tantissimi gli artisti che lasceranno la loro traccia: il Mantegna con “Il Pernaso e Minerva che scaccia i vizi dal giardino delle Virtù”, il Perugino con “Lotta fra Amore e Castità”, il Costa con
Il Trionfo della Poesia”, conosciuto anche come “Isabella d’Este nel regno di Armonia”. Insomma, per tutti gli artisti del tempo la musa ispiratrice era ovviamente la loro signora Isabella.

Dal carattere risoluto e per niente facile, Isabella quasi impone la sua idea agli artisti, che comunque continuano a lavorare per lei – a parte alcuni, come Giovanni Bellini, che rifiuta di stare sotto le sue regole – i più, comunque acconsentono, tanto che anni dopo comincia i lavori a un secondo Studiolo, con presenti i quadri del Correggio: “Allegoria del Vizio” e “Allegoria della Virtù”, oggi visibili al Louvre.
Nel corso del tempo, saranno tantissimi i luoghi che Isabella utilizzerà come Studioli, con tutti un elemento in comune: devono essere bui, stretti e circondati dal bello. Vengono ancora oggi chiamati “ambienti isabelliani” e sono destinati alla meditazione e all’introspezione, come una sorta di percorso iniziatico, dove il buio deve favorire il ritorno alla luce. Isabella, comunque, è una donna che riesce a meditare costantemente, concentrandosi sul presente senza perdersi nei rancori del passato o nelle supposizioni per il futuro.

Il 31 dicembre 1493, Isabella partorisce una bambina, Eleonora. Mentre il marito Francesco è più che felice, Isabella ne è delusa. Porterà rancore alla figlia per tutta la vita, solo perché non è nata maschio. Il padrino della piccola è Lorenzo de’ Medici, (1463-1503) conosciuto come “il popolano”. Il 10 luglio 1495 Isabella ha una nuova delusione: partorisce un’altra femmina, Margherita, che morirà poco tempo dopo. Nel frattempo, forse per consolarsi dalle delusioni, o per non pensare al fatto che non ci sia ancora un erede, Isabella si dedica sempre di più all’arte e a nutrire buoni rapporti con le sue amiche più intime: Emilia Pio, Elisabetta d’Urbino e Margherita Cantelmo. Le loro lingue sono affilate, e spesso a pagarne le conseguenze sarà soprattutto Lucrezia Borgia. Isabella la osserva da lontano, ma inizia ben presto una sua personale rivalità con la figlia di papa Alessandro VI. C’è da considerare che Isabella sta trattenendo da anni buoni rapporti con papa Borgia, perché vorrebbe per i fratelli Ippolito e Sigismondo una carriera da cardinali. Non può, quindi, andarle contro direttamente – tanto è l’affetto che nutre Rodrigo per la figlia – ma la sfida a suon di feste e opere da mecenate. La più grande rivalità, però, è l’arrivare a Leonardo da Vinci, consigliere di Cesare Borgia, da cui vuole delle opere.

Il 1500 per Isabella si apre nel modo più terribile: Ludovico Sforza viene sconfitto a Novara e fatto prigioniero nella fortezza di Loches, dove morirà otto anni dopo. Da questo momento tenta in tutti i modi di recuperare i rapporti con la Francia, senza abbandonarsi alla tristezza. Riprende così i contatti con la cognata Chiara di Montpensier, nata Gonzaga. Dopo il dolore, però, arriva la gioia perché il 17 maggio 1500 dà alla luce il suo primo maschio: Federico. La madre è al settimo cielo, e il bambino verrà trattato diversamente dalla sorella. I padrini sono i nomi più importanti dell’Italia dell’epoca: Cesare Borgia e Massimiliano, l’imperatore del Sacro Romano Impero. Questa scelta fa andare su tutte le furie il francese Luigi XII, che non è stato scelto per battezzare il piccolo. Lo vuole così come suo prigioniero, ma è Chiara Gonzaga che riesce a calmare le acque.


Il 18 agosto 1500 avviene una morte che cambierà la vita di Isabella, anche se lei ancora non lo immagina: muore Alfonso d’Aragona, duca di Bisceglie e secondo marito di Lucrezia Borgia. È Cesare a dare poi in sposa Lucrezia ad Alfonso d’Este, fratello di Isabella. Lucrezia diviene la duchessa di Ferrara nel 1501, con una dote da vera e propria regina: così alta che fa impallidire la stessa Isabella. Nel 1503 Isabella dà alla luce Ippolita, che sebbene femmina, viene trattata meglio di Eleonora, forse perché sa che il futuro della terzogenita è nel velo, o forse perché tutte le sue energie sono volte a non sfigurare di fronte alla Borgia e a cercare di mantenere salde le sorti di Mantova. Comunque, pare che nella lotta contro la romana, Isabella fallisca sempre, tanto che suo marito Francesco comincia una relazione proprio con la figlia del papa. Il matrimonio tra Francesco e Isabella comincia così a inclinarsi, sia perché lei non gli perdona la relazione con Lucrezia, sia perché nelle sanguinose guerre che pervadono l’Italia in quegli anni, è sempre Isabella a cercare soluzioni più opportune per Mantova.

Nei primi anni del Cinquecento, dimostra di saperci fare quando suo marito è in ostaggio da Venezia. Per liberarlo, Isabella dà in ostaggio Federico a Papa Giulio II. Nell’intero anno senza il marito, lei si dimostra più che ferrata nel campo, tanto da presenziare nel Congresso di Mantova, per la pace tra Firenze e Milano. Intanto rinsalda sempre più il rapporto con la Francia. Tornato il marito, e venuto a sapere l’operato di Isabella, comincia a estraniarla del tutto, preferendo sempre di più Lucrezia, forte di carattere, ma più furba, facendosi vedere sottomessa solo in apparenza. Si sa, in certi contesti le apparenze sono tutto.
Alla morte del marito, avvenuta nel 1519, lei diventa reggente del figlio. Federico. Già messo in guardia dal padre, però, ha per la madre sentimenti di astio, tanto che crescendo la estromette del tutto, salvo appoggiarsi a lei quando le difficoltà del sedicesimo secolo si fanno più serie.

Quando Federico la annulla dal suo ruolo, Isabella nel 1527 parte per l’Urbe, e durante il Sacco di Roma da parte dei Lanzinecchi, dà ancora una volta prova del suo carattere, accogliendo nobili romani a palazzo Colonna, sua dimora romana. Una volta tornata a Mantova, si dedica a una vita più ritirata, circondata dalle sue passioni, quali dipinti, gioielli, sculture… Muore il 13 febbraio 1539 e viene sepolta nella Chiesa di Santa Paola a Mantova, anche se i suoi resti sono del tutto spariti, forse a seguito dei sacchi dei secoli successivi.

Della discendenza di Isabella sappiamo che:

Eleonora (1493-1550), la primogenita, si sposa con Francesco Maria I Della Rovere, duca di Urbino. Da lui avrà cinque figli: Guidobaldo, Ippolita, Elisabetta, Giulia e Giulio.

Federico, (1500-1540) divenuto il quinto marchese di Mantova, si sposa con Margherita Paleologa. Con lei ha sette figli: Francesco, Eleonora, Anna, Isabella, Guglielmo, Ludovico e Federico.

Ippolita (1503-1570) viene affidata da bambina al monastero domenicano di San Vincenzo di Mantova, dove prende i voti nel 1518 con il nome di Livia Osanna.

Ercole (1505-1563) diviene vescovo di Mantova nel 1521 e cardinale nel 1527.

Ferrante (1507-1557) viene nominato viceré di Sicilia nel 1535 da Carlo V; è governatore di Milano dal 1546 al 1554, e dal 1539 è sovrano della Contea di Guastalla. Si sposa con Isabella di Capua dalla quale ha sei figli: Cesare, Ippolita, Francesco, Andrea, Gian Vincenzo e Ottavio. 
 
Livia (1508-1569) a tre anni viene data al convento di Santa Paola, a Mantova. A dieci anni veste l’abito delle Clarisse, per poi prendere i voti a quindici, con il nome di Suor Paola. Nel corso della sua vita diventa badessa, ed è sepolta alla chiesa di Santa Paola.

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