venerdì 6 maggio 2022

#Cinema&SerieTv: The Gilded Age

Sebbene nel campo dell’arte non esistano vere e proprie ferie, nelle due settimane tra Pasqua e il 25 aprile, abbiamo avuto meno lavoro e quindi abbiamo potuto iniziare una serie tv che sapevamo già ci avrebbe appassionate: “The Gilded Age”.
Da amanti delle famiglie reali, e quindi da amanti di personaggi nobili, mecenati e nuovi ricchi – c’è chi ci dà delle classiste, la realtà è che ogni artista ha bisogno del suo mecenate per poter vivere – è stato solo il titolo a convincerci, ma dopo aver letto che il creatore è Julian Fellowes, (già produttore e sceneggiatore di Downton Abbey) abbiamo deciso di iniziarla e finirla subito, e difatti ci abbiamo messo solo tre giorni!

The Gilded Age è una serie nuovissima, andata in onda per la prima volta il 24 gennaio 2022 sul canale statunitense HBO. In Italia è disponibile su Sky Atlantic, Sky Go e Now. Anche se nel nostro paese il titolo non è stato tradotto, vi diremo il significato per chi non conoscesse l’inglese: “L’età dell’oro”. Questo può già far capire il contenuto che ha da offrire. Sono nove puntate da quarantasei o ottantuno minuti, ma vale la pena seguirla!

Ci troviamo a New York, a fine ottocento. La Statua della Libertà non è ancora stata edificata del tutto e l’alta società americana è ancora composta da nobili di origine inglese.
Marian Brook
(Louisa Jacobson) rimasta orfana, scopre che il padre l’ha lasciata con soli trenta dollari a disposizione e per questo è costretta a spostarsi dalla Pennsylvania a New York, dove abiterà con le zie paterne.
Alla stazione fa la conoscenza di Peggy Scott (Denée Benton), afroamericana dal passato misterioso con la quale però non esita a fare amicizia. Per un incidente Marian perde la borsa con tutti i suoi soldi e Peggy si offre di ripagarle il biglietto.
Arrivate a New York, le due devono dividersi: la prima per andare a Manhattan dalle zie, la seconda a Brooklyn. Per colpa del mal tempo, però, i traghetti non partono e Marian si offre di ospitare Peggy dalle zie, finché la tempesta non si placherà.
Arrivate, conosciamo anche le due simpatiche “vecchiette”: Agnes Van Rhijn (Christine Baranski) e Ada Brook (Cynthia Nixon). La prima è rigida, saldamente legata al passato e con un’ironia pungente, tanto da ricordare Lady Violet; la seconda è molto più buona, solare, forse succube della sorella maggiore che si è presa cura di lei in quanto zitella.     
Di fronte al loro palazzo si sono trasferiti i Russell: Bertha, (Carrie Coon) il marito George, (Morgan Spector) i due figli Larry (Harry Richardson) e Gladys (Taissa Farmiga). La famiglia Russell non appartiene alla nobiltà inglese, al contrario: di origini più che umili, si sono arricchiti nel corso degli anni. Sebbene siano tra le persone più facoltose della città – e probabilmente degli interi Stati Uniti – non vengono visti di buon occhio dalla Vecchia Società, che fa di tutto per escluderli.

Tra intrighi e pettegolezzi, gli unici a non interessarsi di tali guerre interne sono proprio Marion, Peggy, Larry e Gladys, i ragazzi delle nuove generazioni che di nascosto iniziano a coltivare la loro amicizia, consapevoli che tali diverbi lasciano il tempo che trovano e che non ci sia nulla di male ad accogliere il nuovo.     
Il futuro bussa incessantemente alle porte del presente, e per quanto il passato non voglia aprire, prima o poi dovrà cedere alla sua insistenza. Edison doma l’elettricità, che piano piano arriva da ogni parte del globo, e alla stessa velocità la Nuova Società si insidia in quella vecchia.
I nobili inglesi, che mai hanno parlato di denaro perché ritenuto argomento volgare, si accorgono che è proprio quello che muove i fili al di fuori dell’Inghilterra. Il Dio denaro inizia la sua ascesa dagli Stati Uniti, grazie alle miniere d’oro che arricchiscono chi per anni e generazioni passate si è sporcato le mani scavando nelle stesse miniere.
Far entrare nella propria cerchia chi non ha idea di come si apparecchi una tavola, o si ricevano gli ospiti è sconcertante, e anche se questo può farci ridere, in realtà ci riguarda da molto vicino: quanti di noi giudicano i gusti alimentari degli altri paesi, solo per fare un esempio?

Proprio come in Downton Abbey, non mancano anche le vicende della servitù e non possiamo non fare i parallelismi per la somiglianza di certi personaggi. Qui non diremo nulla, solo per vedere se la pensate come noi.
Bannister (Simon Jones) è il maggiordomo inglese dei Van Rhijns, mentre Church (Jack Glipin) è quello americano dei Russell, e questo basta per farvi intuire quante battutine astute e divertenti possano scambiarsi i due. 

Insomma, se sentite la nostalgia di Downton Abbey, questa serie tv fa proprio al caso vostro.

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