martedì 3 maggio 2022

#Marvel: Moon Knight 1x5

La fase quattro del Marvel Cinematic Universe, come è sempre più evidente, sta spostando la sua attenzione sull’umanità dei nostri supereroi e non solo su quelle che sono le loro abilità. Avevamo avuto modo di vedere la fragilità di Wanda e la sua rinascita, esattamente come adesso stiamo esplorando la psiche spezzata del nostro Marc.

Siamo, infatti, arrivati al quinto e penultimo episodio della più recente serie televisiva di casa Marvel e il pubblico non ne è di certo uscito indenne. Questa serie tv sta diventando una vera e propria ossessione, come si può vedere dai vari social e dai contenuti che l’utenza sta creando, e la sua vera forza sta proprio nell’emotività che viene esposta. Kevin Feige ha compreso che per poter riuscire ad avere presa sul pubblico non bastano più i cazzotti, ma serve altro.
Avevamo lasciato Marc e Steven alle prese con Taweret, la dea mostra tutta la sua incapacità nel compiere i sul ruolo, segnando quanto sia stata per tanto tempo fuori esercizio. Una cosa, infatti, interessante è quella che potremmo definire come “coerenza” di credo. Un pensiero che noi stiamo ribattezzando in questo modo, ma che possiamo riscontrare anche in serie come American Gods: quell’idea secondo la quale la divinità ha maggiore potenza quando più individui credono in lei. Quindi è credibile il fatto che Taweret non sappia più come svolgere il suo compito: lei stessa ammette di non farlo da un po’. Chi, infatti, oggi giorno crede alle divinità egiziane?

Continuando, nel corso della puntata, vediamo come Steven e Marc non siano pronti a essere giudicati, cosa che ci fa capire quante informazioni l’uno stia nascondendo all’altro. Il percorrere, quindi, i ricordi dei due ci fa capire chi sia la personalità predominante. Siamo, infatti, davanti a una puntata che spiega un po’ ciò che è accaduto a Marc e cosa la sua psiche abbia subito, in un episodio che continua a tirare le corde dell’assurdo e dell’incerto per spingerci a credere che egli sia più fragile di quanto non sia stato già mostrato.
Un tentativo di dire allo spettatore che le divinità egizie non esistono e che tutto sia frutto della mente di Marc.

Infatti, elemento essenziale di questa puntata è il continuo cambio di scena e di prospettiva. Per poter spiegare ciò che è accaduto nel passato, si gioca con ciò che è avvenuto e ciò che sta avvenendo. Si disorienta, si confonde, si viene spinti a credere a qualcosa piuttosto che ad altro. Del resto, non facciamo altro che esplorare una psiche spezzata. Con Marc, in questo episodio, assistiamo allo svisceramento del disturbo dissociativo della personalità. Un po’ alla Split, per fare riferimento a un altro film. Marc ha, dunque, creato Steven come conseguenza degli abusi subiti da sua madre e anche dai sensi di colpa. È, infatti, il suo incolparsi la prima “punizione” che lui prova e che raggiunge l’apice nel momento in cui vuole nascondere a se stesso il dolore fisico che la madre vuole imporgli. È un discorso delicatissimo, ma possiamo notare come il cambio di personalità avviene proprio quando a Marc vengono addossate altre colpe, motivo per cui è possibile individuare tramite le sue espressioni anche la presenza della terza personalità. Bisogna pensare Marc come un individuo che ha commesso atti orribili nel corso della sua vita e per essi prova rimorso, un rimorso che per poter cercare di salvaguardare quanto di buono c’è in lui ha diviso la sua psiche.
Marc ha dunque creato Steven, affinché lui potesse guardare dall’altra parte quando la madre abusava di lui e gli ricordava che la morte del fratello fosse stata colpa sua. Allo stesso modo, nel momento in cui ha tolto la vita alle sue taglie, era necessario dover trovare una scappatoia per poter evitare che il sangue coprisse la sua anima. Elemento che avvalora ciò è il cambio di espressione che Oscar Isaac ha per un istante in una scena, momento in cui possiamo davvero supporre che vi sia Jake dietro gli atti più cruenti commessi nel corso dei precedenti episodi.

Marc, così, per trovare un proprio equilibrio deve ammettere alla parte più innocente e pura di sé quanto accaduto nel corso della sua vita e, allo stesso tempo, deve affrontare anche i sensi di colpa per le vite che consapevolmente ha tolto. La scena finale, infatti, in un certo senso, segna il fatto che a Marc non necessiti più la presenza di Steven, anche se siamo convinte che non è così scontato il fatto che non lo vedremo più.

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