martedì 24 maggio 2022

#Disney: Cip e Ciop Agenti Speciali - Recensione

Lunedì 16 maggio noi di 4Muses siamo state invitate all’anteprima del nuovo live action della Disney: “Cip e Ciop – Agenti Speciali” che dal 20 maggio è disponibile sulla piattaforma Disney+. Dobbiamo confessarlo, eravamo convinte si trattasse di un prodotto per bambini, ma mentre eravamo in sala ci siamo rese conto di quanto fosse un prodotto più per un pubblico di ventenni/trentenni che per piccoli. Non fraintendeteci, la trama va benissimo anche per i più giovani, ma i moltissimi riferimenti alla nostra di infanzia rendono il prodotto davvero interessante anche per chi, come noi, è nato tra gli anni Ottanta, Novanta e inizio del Duemila.

È impossibile non conoscere questo simpatico duo: almeno una volta se ne è sentito parlare, al pari di Pluto, Silvestro e tanti altri personaggi antropomorfi della Disney. Si tratta di due scoiattoli striati che compongono una dinamica coppia di amici: da un lato abbiamo Cip (doppiato da Raul Bova), la mente del gruppo, con il nasino nero e dai modi di fare da vero leader con i suoi piani astuti; dall’altro abbiamo Ciop (Giampaolo Morelli), dal naso rosso, il più bonaccione dei due, un po’ tontarello ma con un grande cuore. In questa recensione cercheremo di non fare troppi spoiler.

Nel nuovo film della Disney le loro differenze caratteriali emergono in maniera dirompente. Loro sono le star della serie animata “Agenti Segreti”, ma Ciop si sente l’eterno secondo, non in grado di competere con Cip, motivo per cui decide di prendere una strada tutta sua per un progetto solista. Il duo si sfalda e le strade finiscono inesorabilmente per dividersi. Ciop, fallita la carriera da protagonista di un nuovo film (che si dimostra un totale flop), si butta a capofitto nel mondo dei social, rilegato  osservare sempre da lontano gli altri andare avanti. Cip, invece, ha completamente accantonato la carriera artistica per spostarsi sul settore finanziario: è molto bravo nel suo lavoro, ma quando torna a casa si rende conto della solitudine che lo assale, di quella che neanche il suo amato cane riesce a colmare. Ma Cip e Ciop sono destinati a incrociarsi di nuovo, quando vengono a sapere che il loro amico Monterey Jack (che ha il nome dell’omonimo formaggio) si trova invischiato in un brutto traffico e sparisce nel nulla. Accantonati i dissapori, il dinamico duo dovrà unire le forze per ritrovarlo.

Nella rappresentazione di Cip e Ciop, quest’ultimo è stato cambiato in CGI, mentre altri personaggi dei cartoni animati sono stati aggiunti allo screen come estrapolati dai loro film d’animazione “natii”: troviamo infatti Lumière (direttamente da “La Bella e la Bestia”), “He Man”, “Flounder”, un “Baloo” digitalizzato e tanti altri di cui non faremo spoiler ma che hanno segnato l’infanzia dei trentenni di oggi. Possiamo definire questo film come una grandissima strizzata d’occhio alla “vecchia” generazione. Ma perché questo film, per noi, è un qualcosa che dovete assolutamente vedere?

Nel film ci viene mostrata una critica ai reboot, come se fosse una presa di coscienza stessa della casa di produzione che negli ultimi anni ha dato parecchio spazio ai rilanci di vecchi prodotti ma in chiave live action, come è il caso stesso di Cip e Ciop. Durante tutto il film è possibile vedere delle esagerazioni divertenti di questa stessa autocritica: possiamo vedere infatti l’assurdo scontro di “Superman vs ET” e tanti altri sulla stessa lunghezza d’onda. È un esasperare il mercato, certo, ma come è stato detto durante la conferenza stampa, spesso si cerca di riportare alla ribalta qualcosa che in passato è stato davvero apprezzato. Se da una parte questa può sembrare una critica al volersi arricchire senza portare nulla di nuovo nel panorama cinematografico, dall’altro non lo è: i bambini di questa generazione hanno la possibilità di riscoprire personaggi che hanno caratterizzato l’infanzia dei loro genitori e, come loro, appassionarsene.

Parliamo anche di un altro punto: la contraffazione. Quando eravamo piccole, non era strano imbatterci in alcuni prodotti che sembravano la brutta copia del cartone originale Disney, che spesso venivano da oltre oceano o da alcuni paesi dell’Asia. Le cassette costavano meno della metà e le trame neanche lontanamente paragonabili a quelle della versione originale. Eppure c’erano. Era una normale convivenza la nostra, un po’ come quando magari volevi una specifica Barbie e ti trovavi tra le mani la versione discount con il genitore di turno che ti diceva “Ma è uguale”, ma per noi bambine dell’epoca non era uguale manco per niente. In questo film Disney ci viene mostrata la fabbrica di questi falsi come se fosse un raket del crimine, che in un certo senso lo è.

Non possiamo non parlare del messaggio che anima il film stesso: “il rischio più grande è di non rischiare mai”, che è un po’ il mantra stesso della pellicola. Questo messaggio motivazionale è una frase che la madre di Cip riferisce al figlio il primo giorno di scuola e che lo stesso poi riferisce a Ciop in una determinata situazione. Buttarsi in una nuova avventura spaventa, certo, ma il non correre rischi riduce la persona a uno stato di immobilismo che blocca in un terribile limbo di impotenza. Se non si usa il coraggio, se non ci si mette in gioco per salvare gli amici nel momento del bisogno, a che serve andare avanti?

Ultimo ma non per importanza, è il riferimento ai clichè narrativi: siamo così abituati a storie che puntano il più delle volte a sviare lo spettatore sul riconoscimento del vero cattivo che abbiamo ormai perso l’abitudine del “cattivo scontato”. Malgrado tutto, però, le divergenze che ci sono state tra Cip e Ciop, questo permette loro di rinsaldare il loro legame perché un leader non può operare senza una spalla e viceversa. Noi vi invitiamo a vedere questo nuovo-nonnuovo prodotto della Disney, poi fateci sapere se ve ne siete appassionati come noi.

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