giovedì 5 maggio 2022

#MustToWatch: This Is Måneskin

Abbiamo parlato dell’Eurovision Song Contest e alla fine dell’articolo abbiamo menzionato i vincitori dell’ultima edizione: i Måneskin.
Noi li vediamo così: con i loro sei dischi di diamante, centotrentatré dischi di platino e trentaquattro dischi d’oro, ad aprire i concerti dei Rolling Stones e alle vette del mondo, ma in realtà ci perdiamo un pezzo fondamentale.
Succede sempre con tutte le persone che diventano famose, ma quando si scalano le classifiche così velocemente tendiamo tutti a dimenticarci ancora di più la verità, verità che ci viene mostrata molto chiaramente in “This Is Måneskin”, documentario di appena un’ora e cinque uscito nell’Ottobre del 2018.

Quando scriviamo articoli “must to” stiamo sempre ben attente e non prendiamo mai alla leggera quello che andremo a scrivere, perché sappiamo bene che dopo gli articoli inseriti nella categoria “Pensieri”, questi sono quelli che dicono più di noi.

Se c’è una parola per descrivere questo docu-film è “liberatorio” o almeno, per noi lo è stato.

Il docu-film inizia con la fine del loro ultimo concerto a Roma, l’ultimo concerto del loro primo tour dopo XFactor.
Lo diciamo senza giri di parole: sebbene li sia scoppiata la fama in faccia senza che loro se ne rendessero nemmeno conto, in realtà i Måneskin sono stati visti – anche in minima parte – come “quei ragazzetti che cantavano per Via del Corso” per un bel po’ di tempo, almeno fino alla loro partecipazione a Sanremo 2021.
E badate bene, non in senso negativo: sono genuini, parlano in romano, giocano e scherzano proprio come ragazzi normali.
Di fatto lo sono, perché non sono niente di più e niente di meno, ma in questo documentario la linea tra loro e un qualsiasi gruppo di amici al parchetto si annulla completamente. Sappiamo che la prima risposta genuina a questa frase potrebbe essere “sì vabbè”, ma se tolti dal contesto in cui li vediamo per la maggior parte del tempo, lo sono davvero.

E Thomas (che è il più piccolo e nel 2018 aveva solo sedici anni) ne è forse la prova più evidente: durante il mese di permanenza nella casa da loro affittata per la scrittura del loro primo album “Il ballo
I Måneskin a Via del Corso


della vita
”, non c’è una cosa del suo atteggiamento e delle sue reazioni che non urla “normalità”. E da subito, eh. A partire dalla frase che dice non appena mette piede nell’abitazione (“L’album non me interessa, io voglio soltanto vedè la partita stasera”), fino ad arrivare alla scena in cui dovrebbe
studiare per il patentino ma continua a giocare alla Play, dalle interrogazioni di Ethan che gli sta dietro mentre lui studia matematica fino alle lamentele perché non riesce alzarsi dal letto (“M’ha chiamato mi nonna stamattina e m’ha svegliato, m’ha chiamato mi mamma e m’ha svegliato e me so rotto er cazzo”).

Thomas è l’esempio più lampante, sì, ma non pensate che Damiano, Ethan e Victoria si risparmino tanto.
Forse Damiano, che in pubblico sembra essere tra tutti lo spirito libero ed è incredibilmente vivace, in realtà nel suo privato è quello più calmo e, se vogliamo “adulto”. Non è più intelligente di nessuno e non è di certo superiore, ma lui stesso ammette di sentirsi molto più grande rispetto i suoi diciannove anni, e si percepisce.
È proprio lui infatti a essere il “leader” del gruppo, o quantomeno quello che – nonostante non gli faccia piacere – prende i suoi compagni per le orecchie quando c’è bisogno, li fa parlare e, quando necessario, ci litiga anche.
I litigi, ecco cosa ci ha veramente colpito di “This Is Måneskin”.
Loro litigano, e quando lo fanno diventano anche verbalmente aggressivi. Che sia perché Thomas non si impone e mette muri o perché Vic tende a peccare un po’ di inerzia, loro litigano.
È normale”, direte, e noi vi diamo completamente ragione, ma a noi guardare e ascoltare le loro litigate ha fatto un effetto strano.

Non prendiamoci in giro: ovviamente anche noi di 4Muses discutiamo litighiamo, e anche tanto; nasconderci dietro un dito non avrebbe alcun senso e anzi, crediamo sia fondamentale parlare liberamente di quanto le litigate siano all’ordine del giorno quando quattro persone con quattro caratteri forti e cervelli diversi si mettono insieme.
Perché quello noi vediamo dei Måneskin (o di qualsiasi altra celebrità) così come quello che voi vedete di Frè, Manu, Aida e Silvia è frutto di una serie di filtri e censure, ed è fondamentale ricordarselo, perché è fondamentale ricordarsi che dietro a le quinte si nascondono sempre una serie di urla, rotture (e riconciliazioni), spargimenti di sudore e lacrime e momenti di nulla cosmico.

E a proposito di lacrime, quest’ora di documentario ci ha fatto piangere tantissimo.
È anche vero che la Musa che sta scrivendo questo articolo piange più o meno per tutto, ma vedere Damiano e Victoria prendersi a parole e continuare a volersi bene non troppi minuti dopo ci ha dato – come abbiamo accennato a inizio articolo – un senso di liberazione immenso, soprattutto perché (e questa è un’altra cosa da ammettere senza vergogna) l’ansietta che dopo una qualsiasi litigata si sfaldino un po’ i rapporti umani che c’è eccome, anche se sotto sotto sappiamo molto bene che se il gruppo è forte non è una litigata a rovinare tutto.

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