lunedì 23 maggio 2022

#Eventi: Presentazione Le nove notti di Sminteo

Che vi sia la necessità di tornare a narrare le storie col tono dell’epica è stato già dimostrato dalle pubblicazioni che si sono susseguite negli ultimi due anni. I libri, infatti, stanno avendo un percorso di rilettura necessario perché dal passato si possono riuscire a cogliere sfumature del presente che ancora oggi non ci sono del tutto note. "Le nove notti di Sminteo" si inserisce proprio all’interno di questo contesto socio-culturale, rimarcando la necessità di narrare qualcosa di non del tutto noto attraverso la magia e la rilettura del mito.

Sabato 14 maggio abbiamo avuto il piacere di recarci all’interno della Cappella Orsini, un luogo che nella sua unicità racchiude un angolo di puro e semplice incanto. Un posto nel quale è possibile perdersi nonostante le sue ridotte dimensioni e la sua unicità. Al suo interno si è svolta la presentazione del libro di Joyce Conte, un amico di questo blog e un sostenitore dell’arte in ogni sua forma. Prendere parte all’evento e alla conversazione che è nata dall’esposizione della sua opera è stato davvero un onore per noi Muse e non possiamo fare a meno di chinare il capo, ancora una volta, alla benevolenza di Apollo.

Le nove notti di Sminteo, edito "Le trame di Circe", è un testo che riporta in auge l’epica nella sua più moderna forma. Noi che conosciamo già il suo autore non ci aspettavamo nulla di diverso o meno incline alle sue corde, al contrario è stato interessante vedere sul palco della Cappella come il racconto prendesse vita dalla sua mente brillante. In questo libro, infatti, attraverso il ritorno a qualcosa di antico come l’Iliade, si ha la possibilità di assimilare e di leggere di qualcosa di totalmente contemporaneo come il Covid19. Se, infatti, da un lato la pandemia ha messo in ginocchio molti settori, lasciando che l’arte passasse come qualcosa di irrilevante, dall’altra, il concedersi del tempo rifugiandosi nelle mura domestiche ha dato il via alla rinascita di qualcosa di totalmente personale. Sono molti i ragazzi che hanno approfittato di questa stasi per poter cercare di trovare la propria voce e Joyce lo ha fatto proprio attraverso l’analisi di Sminteo. Ma chi è costui?


Sminteo è l’altra faccia di Apollo.
Già dalla copertina del libro, infatti, è possibile evincere come la bellezza Apollinea della divinità protettrice delle arti venga mascherata e nascosta dalla violenza della pestilenza. Il cranio di un topo morto diviene così maschera e simbolo di quelle atroci agonie che colpiscono l’uomo quando affetto da qualche morbo. Una pestilenza che ha leggi proprie, durante queste nove notti, e ha il sapore di una moralità che forse non siamo realmente pronti ad affrontare perché ancora è dubbio il fatto che ne siamo usciti migliorati o peggiorati da questa pandemia.

Non vogliamo darvi troppe anticipazioni perché ci prenderemo il tempo di leggere con cura e attenzione il testo di Joyce Conte. Quello che vogliamo fare è, infatti, invitarvi a leggere queste pagine così da poter riflettere sull’unica arma di costruzione di massa che c’è rimasta: l’arte. Perché se da una parte Sminteo è la pestilenza, come abbiamo già detto, dall’altra è anche la bellezza della conoscenza e della cultura. Se, dunque, da una parte vi è bruttura, paura, dolore; dall’altra, invece, vi è amore, luce e sole.

Noi siamo rimaste particolarmente e piacevolmente colpite dal modo con cui questo giovane ragazzo abbia organizzato la presentazione del suo libro. All’improvviso, infatti, è stato possibile essere catapultati all’interno di un vero e proprio spettacolo teatrale che ha messo in luce quanto necessario sia ritrovare l’amore per le arti.

Potete acquistare il libro qui, in attesa di una più completa recensione.

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