venerdì 2 dicembre 2022

#SullaStrada: Poznan e Breslavia

Viaggiare vuol dire mettersi in gioco. Percorrere nuove strade e conoscere nuovi volti ci permette di venire in contatto con realtà distanti dai nostri usi e costumi. In questa sezione del blog ci divertiamo a raccontare i nostri spostamenti per poter cercare di portare, tra le nostre pagine virtuali, delle esperienze che possano essere un po’ dei diari di bordo. Oggi vi parleremo di due città della Polonia:
Poznan e Breslavia. Entrambe sono nella parte occidentale della nazione, più vicine alla capitale tedesca che a Varsavia.

Per quanto, probabilmente, non sia estremamente nota all’estero, Poznan è in realtà un punto nevralgico in grado di legare il cammino tra Berlino e Varsavia. È la quinta città per grandezza ed è un importante centro culturale ed economico, ma soprattutto vi è un polo universitario da non sottovalutare. La sua architettura è prettamente medievale, tanto che essa è stata l’ex capitale della Polonia durante quel periodo. In seguito, nel X secolo, divenne la città Regia del Regno di Polonia. Le prime tracce della odierna città risalgono all’8000 A.C. ed era per lo più composta da cacciatori nomadi di renne. Nel corso del tempo, successivamente ai primi insediamenti avvenuti nel primo millennio A.C., le sue terre subirono numerose dominazioni da quelle delle prime popolazioni indoeuropee a quelle slave. Proprio nell’VIII secolo, gli slavi edificarono la zona attorno all’attuale cattedrale, evento che creò un vero e proprio nucleo centrale per la città.

La sua collocazione è sul fiume Warta, elemento che contraddistingue tantissimo il suo clima ben più umido delle città più interne nonostante magari queste affaccino sulla Vistola. Novembre, di quest’anno, è stato contraddistinto da giornate particolarmente miti rispetto a quello degli anni passati, ma le prime ore del giorno erano comunque caratterizzate da un fitto strato di nebbia. Alzarsi dal letto e vedere il cielo denso faceva quasi presupporre che non sarebbe stata una bella giornata, ma in realtà il sole riusciva a scaldare il resto del giorno. Le ore di luce sono di gran lunga inferiori alle nostre, è quasi straniante vedere come la notte arrivi già intorno alle quattro del pomeriggio. Siamo molto più a nord di quanto non sia il Bel Paese e questo si vede.

La sua architettura risente moltissimo delle dominazioni che si sono susseguite, ma si presenta per lo più medievale anche grazie al suo centro storico. Il Municipio venne realizzato dall’architetto svizzero Giovanni Battista di Quadro, nel 1550. L’edificio non è più usato per la sua mansione amministrativa, infatti dal 1939 è principalmente un edificio museale. La sua particolarità è data dall’orologio posto sulla sua parte frontale; sopra di esso vi sono due feritoie dalle quali ogni giorno, a mezzogiorno, un meccanismo automatico fa uscire due capre in metallo che si scontrano per dodici volte. Proprio le caprette, infatti, sono un po’ il simbolo mascotte della città. Tale rappresentazione è in onore  di un fatto realmente accaduto durante l’inaugurazione dello stesso orologio: i due animali si scontrarono nella piazza provocando ilarità e sgomento nei cittadini che stavano assistendo all’evento. Si decise, dunque, di ricordare il fatto ponendo il meccanismo che le avrebbe fatte scontrare in eterno.
Le facciate dei palazzi che circondano il centro storico hanno un’architettura molto simile a quella del municipio. Sono particolarmente colorati e caratteristici nei loro toni pastello. È stato un peccato aver visitato la città durante un periodo di grande rinnovamento. In questi giorni, infatti, si stanno svolgendo dei lavori di rinnovamento sulla tram via, ciò ha spinto i lavori al rifacimento di buona parte del manto stradale sia delle zone del centro che di quelle vicino all’università.

La sua essenza medievale emerge proprio a contrasto con la sua crescente modernità. Accanto alla stazione centrale, per esempio, campeggiano i palazzi e i castelli che adesso sono usati dall’università per poter condurre i loro corsi di studio. Ma, come abbiamo già detto, l’istruzione universitaria è centrale in questa città tanto che a quaranta minuti dal centro vi è un vero e proprio campus che racchiude i suoi cinquemila studenti suddivisi in diversi campi.


La sua cattedrale, ricostruita più volte, nella sua attuale versione fu edificata nel 1880 sulle macerie della prima cattedrale che costituiva il centro cittadino. Nel corso del tempo essa è divenuta la tomba dei principali vescovi ed è dedicata a San Pietro. Voluta da re Meicislao I di Polonia già nel 968, venne convertita al cristianesimo nel 970 e venne affidata al missionario vescovo Jordan. Questa chiesa restò in piedi una settantina d’anni, ma le proteste dei pagani la distrussero nel 1039. Nel 1075 venne riedificata in stile romanico, elemento che è stato conservato nell’edificio della torre meridionale. Nel 1347 venne avviata una ricostruzione di una nuova e più grande cattedrale sullo stile dominante allora: il gotico. I suoi tetti sono connotati dal verde che contraddistingue l’ossigenazione del bronzo, le sue cupole e le sue vetrate di cristallo rispecchiano totalmente le caratteristiche estetiche del movimento artistico. I suoi interni, successivamente all’incendio che la colpì nel 1622, vennero arricchiti dallo stile del barocco, ma un secondo incendio colpì l’edificio nel 1772 e la cattedrale risorse su uno stile neoclassico.
La cattedrale racconta su di sé anche gli esiti della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1945, infatti, durante la liberazione della città dai tedeschi si dovette operare un ulteriore restauro. La cattedrale venne riaperta al culto il 29 giugno del 1956 e una decina di anni dopo Papa Giovanni XXIII la insignì del titolo di Basilica Minore.


La seconda città di cui vi vogliamo parlare è, come abbiamo annunciato, Breslavia. Terza nel paese per popolazione è capoluogo del voivodato della Bassa Slesia e capitale storia della Slesia. Cos’è la Slesia? Una regione storica dell’Europa centrale oggi appartenente sia alla Polonia, che alla Repubblica Ceca e alla Germania.
La città è nota per essere composta da numerose isole: Piasek, Ostrów Tumski, Kępa Mieszczańska, isola Bielarska, isola Słodowa, isola Tamka, isola Młyńska e altre isole minori. L’intera area della città si trova nella pianura della Slesia, a un’altezza media di cento metri sul livello del mare. Il fiume che l’attraversa è l’Oder, corso d’acqua che attraverso la Repubblica Ceca, la Germania e la Polonia e sfocia nel Mar Baltico. Per molti aspetti la sua architettura è simile alla già citata Poznan.

Breslavia si trovò coinvolta all’interno di vere e proprie lotte religiose, cosa che si riflette proprio nella forte odierna presenza di tutte e quattro le principali religioni. Le sue chiese, infatti, si alternano in quasi un gioco competitivo. Nel 1518 e nel 1523 la riforma protestante prese letteralmente il controllo della città quando Jess Hess impose il rito protestante. L’imperatore Rodolfo II favorì la Controriforma cattolica dal 1610.


Elemento interessante di questa città sono gli gnomi con cui poter giocare una caccia al tesoro. Essi, adesso attrattiva turistica, spuntarono in giro per la città come protesta politica. Agli inizi degli anni ottanta gli slogan anticomunisti lasciati sui muri da Alternativa Arancione (movimento politico guidato da Waldemar Fydrych) venivano cancellati su ordine delle autorità governative. Al loro posto, per poter sopperire a questa forma di censura, iniziarono ad apparire graffiti di gnomi con l’intento di ridicolizzare il potere. Anni dopo, per poter cercare di ricordare questa protesta, le autorità cittadine fecero erigere una statua all’incrocio tra Swidnicka e Kazimierza Wielkiego, luogo di ritrovo della gioventù che anelava alla libertà.
A oggi hanno perso il loro significato politico e sono all’incirca 350. Dislocati in diversi punti della città, esistono anche delle mappe per poterli trovare, sono intenti a svolgere delle mansioni quotidiane: dal leggere al giornale al cercare altri gnomi con la lente.



Non possiamo concludere questa avventura senza parlarvi anche del cibo polacco. Non ci sono molte parole da dire se non che è tutto davvero ottimo. Noi considereremo sempre la rapa rossa come un nostro nemico mortale, ma non potete tirarvi indietro dal mangiare zuppe e pierogi di tutti i tipi. Le verdure e la carne sono le principali materie prime che vengono consumate nel territorio polacco. Le zuppe sono un must della loro alimentazione e hanno fatto tornare in mente a chi sta scrivendo questo articolo un po’ di gusto di quanto era più piccina. Brodo caldo, frittelle di patate, creme di cipolla e tanto altro vi faranno leccare i baffi. Piccola chicca: la vodka polacca è molto più buona di quella che possiamo trovare in giro da noi.

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