venerdì 17 giugno 2022

#Cinema&SerieTv: L'abbinamento perfetto - Recensione

Il palinsesto di Netflix si riempie giorno dopo giorno di film e serie tv, riuscire a stare dietro a questo compulsivo riempimento è la cosa più complicata. Diviene semplice, però, quando ci si rende conto della mediocrità dei film che contornano le varie produzioni. L’abbinamento perfetto rientra tra le pellicole che potrebbero far parte di quei film natalizi di cui tempo fa vi avevamo già parlato.

La trama è assai semplice: una donna brillante e bellissima (Victoria Justice), dopo anni passati a girare la costa californiana per il suo capo, a causa del tradimento da parte di una collega, decide che è giunto il momento di mettesi in proprio. Parte, così, per l’Australia, alla ricerca di una donna produttrice di vini pregiati affinché possa diventare la sua cliente di punta e quindi far avviare per bene la propria attività indipendente.
Siamo davanti a una donna che è disposta a fare qualsiasi cosa, esattamente come tutte le sue precedenti copie scenografiche che dalla città si muovono alla campagna. Al contrario delle sue altre colleghe, tranne che per qualche disastro inserito nella narrazione per costruire una parte un po’ più comica, lei è la classica Mary Sue: tutto quello che fa le riesce.

Non fraintendeteci, noi parliamo da fan di Victoria Justice, ma questo tipo di prodotti la relega a un ruolo marginale rispetto alla carriera attoriale che potrebbe percorrere. Film di questo tipo, con uno spessore di trama tanto elevato da impedire a una scrivania di essere claudicante, non possono di certo alzare una carriera cinematografica.

L’abbinamento perfetto gioca sullo stereotipo della donna che cerca di farsi uomo e, in quanto tale, visto che è inserita nel contesto socio-culturale americano, deve farsi da sola. Lei cerca il suo aggancio, lei cerca di mettere in mostra il suo potenziale, lei cerca di giocare ad armi scoperte. Come, però, ogni film di questo tipo, l’inghippo è dietro l’angolo. Il belloccio capo dell’azienda agricola nella quale lei è costretta a lavorare, solo per poter riuscire a chiudere il contratto sui vini, nasconde un misterioso segreto. Ovvio e – soprattutto – inutile è sottolineare il fatto che questo segreto viene scelto nel momento di climax più alto per la nascita della giovane coppia. Se nasce un amore, in questo genere di film, questo va stroncato sul nascere e quindi ai protagonisti è necessario il pretesto narrativo per potersi separare dopo l’iniziale idillio.

Ci si avvia, con queste modalità, alla conclusione filmica nella quale si cerca di arrivare e giungere all’happy ending della protagonista nella quale prenderà sia contratto che ragazzo.

Parlare di film scontati è paradossale, ma anche in questo caso siamo inseriti in un contesto nella quale questo può essere categorizzato come: prodotto mordi e fuggi. L’ennesima pellicola in un panorama vastissimo che vi permetterà di ammazzare i prossimi centodue minuti della vostra vita senza lasciarvi niente addosso.

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