martedì 28 giugno 2022

#Libri: Monogamia

“monogamia
/mo·no·ga·mì·a/ s.f.
1. Unione matrimoniale tra un solo uomo con una sola donna;
2. In zoologia, l’abitudine di alcuni animali ad accoppiarsi e convivere con un solo partner.”


Queste sono le definizioni della parola di origine greca.
Se ci pensiamo bene di per sé la monogamia – tanto quanto la poligamia – nasce come sacra, esattamente come lo sono tutte le cose visibili e invisibili in cui ci imbattiamo giornalmente… ma allora perché ce ne dimentichiamo? E noi per prime, perché ce ne siamo dimenticate per così tanto tempo?
Monogamia” di Sue Miller – che abbiamo avuto il piacere di leggere in anteprima grazie alla Fazi Editore – è uno di quei libri che a noi fa impazzire: un po’ come accade per “Fai bei sogni” di Massimo Gramellini, questo romanzo è semplicemente una storia di vita quotidiana.
Come tante altre, direte voi, e avete ragione, ma questa un po’ come quella raccontata da Gramellini, sa di casa.
E a noi le cose che sanno di casa piacciono da morire, perché sono confortanti e riescono a farci mandare giù quasi senza farci fare capricci delle pillole amare, amarissime.
La sottile linea tra un libro che ci dà veramente conforto e che “sa di casa” e un libro che si avvicina semplicemente all’avere queste caratteristiche, per noi è una e una soltanto: ci devono bastare poche parole per descriverlo
E per chi non ci conoscesse: siamo logorroiche, non ci bastano mai poche parole per descrivere niente.

Ebbene, “Monogamia” è la storia del matrimonio di Annie e Graham e del microcosmo che li circonda.
È la storia di un uomo e una donna che si incontrano in momenti della loro vita pressoché identici, ma loro, loro sono completamente diversi.
Lei pratica e imperscrutabile, lui impulsivo ed emotivo.
Lei riservata, lui estroverso.
Lei con la tendenza a prendere tutto troppo alla lettera, lui con la tendenza a non credere a una parola di quel che dice.
Tutti e due dal comportamento libertino e sbarazzino all’epoca del loro primo incontro – gli anni Ottanta –, ma  solo uno di loro ben propenso alla possibilità della coppia aperta e della poligamia.
Insomma, Annie e Graham non sono due persone compatibili, non lo sono come non lo sono la maggior parte delle persone che vediamo in coppia anche nella vita quotidiana, ma per qualche strana congiunzione astrale i due rimangono insieme per quasi trent’anni, finché morte non li separa.
Perché Graham morirà e Annie rimarrà da sola (con sua figlia Sarah, il figliastro Lucas e tantissimi amici intorno, sì, ma pur sempre sola), e si troverà a fare i conti con il lutto dell’amore di una vita, ma anche e soprattutto con il rapporto di forte dipendenza che aveva con il marito, con le sue omissioni e con le sue menzogne.

Intorno ad Annie e Graham, però, gravitano anche tutti quei personaggi che all’interno di un matrimonio così duraturo sono fondamentali, ma che troppo spesso rimangono delle semplice ombre o vengono lasciati nel dimenticatoio: figli, amici, prime mogli, scappatelle varie, vicini di casa… tutti hanno una loro storia e un loro carattere ben definito, tutti sono mossi da dei moventi ben spiegabili, ma nessuno di questi è troppo ingombrante e nessuno di questi prende il sopravvento su Annie e Graham.
Così come in realtà nemmeno Annie e Graham prendono il sopravvento su loro, e forse è per questo (e anche perché ogni capitolo è raccontato dal punto di vista di vista di un personaggio diverso) che sembra di prender parte costantemente alle dinamiche del nucleo che ci viene presentato in “Monogamia”.

“All these places have their moments
with lovers and friends I still can recall
some are dead and some are living
in my life I’ve loved them all.
(Tutti questi luoghi hanno avuto i loro momenti
con gli amori e gli amici che ancora ricordo
alcuni sono morti e alcuni sono vivi
nella mia vita li ho amati tutti.)”

- In My Life, The Beatles

Come ha ben detto Frè nella recensione di “Sarò breve”, se citiamo i Beatles in una recensione, vuol dire che il libro ci è piaciuto davvero molto.
Siamo delle ottimiste croniche ma in amore e nelle relazioni proprio non ce la facciamo, diamo per scontato che la persona che abbiamo davanti ci tradirà, pugnalerà alle spalle o mentirà in qualche modo che finirà per ferirci. Questo articolo non è il luogo per parlare dei pro e dei contro del nostro cinismo relazionale, ma non possiamo negare quanto ci ha aiutato nel corso degli anni questa mentalità nel non idealizzare l’altro e nel non vedere le relazioni come cose perfette.
Davanti ai crolli mentali di Annie e vedendo l’idolo del suo matrimonio perfetto cadere, abbiamo sorriso molto, perché abbiamo pensato a tutte le persone nella nostra vita che credono giornalmente che una buona comunicazione all’interno della relazione li salvi dalle omissioni e dalle menzogne (che poi le due cose son sinonimi, ma non tutti sono pronti a sentirselo dire), quando non è così.
Il momento in cui i nodi arrivano al pettine c’è per tutti e non è indolore per nessuno, ma al di là della discussione sul cinismo relazionale, è bene rendersene conto.
Così come è bene rendersi conto, come fa Annie, che anche quando siamo arrabbiati o feriti possiamo ricordarci di amare quel qualcuno.
Ricordarci di amare.
Annie non perdona Graham, Annie a un certo punto si ricorda di amarlo.

Qual è invece la pillola che ci ha aiutato a mandare giù questo romanzo? Quella che una relazione – una storia d’amore – può durare trent’anni.
No, non elaboreremo il concetto, il nostro organismo deve ancora assimilarla.

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