venerdì 3 giugno 2022

#Musica: Un chimico

I testi di Fabrizio De Andrè esercitano un profondo fascino su di noi. Del noto cantautore abbiamo già parlato in precedenza, mentre oggi analizzeremo una delle sue canzoni: "Un Chimico".

La canzone è contenuta nell'album "Non al denaro non all'amore né al cielo", e si distingue da quasi tutte le altre tracce per via del tono privo del rammarico e dell'amarezza che è possibile constatare come un elemento prevalente nella raccolta.

Noi riteniamo "Un Chimico" una delle più belle canzoni d'amore mai scritte. Un amore che non è trattato in maniera convenzionale e che si declina al di fuori delle relazioni fra individui. Un amore verso il proprio posto nel mondo, verso la propria vocazione. Per il protagonista del brano fare il chimico non è stato un semplice mestiere, bensì una vera e propria passione.

"Ma è forse diverso il vostro morire
voi che uscite all'amore che cedete all'aprile
cosa c'è di diverso nel vostro morire"


Il chimico è un defunto che dopo la propria morte racconta di se stesso e della propria vita. Nonostante il chimico non abbia mai instaurato nessuna relazione romantica, egli non si sente in difetto per ciò. Sente di aver vissuto a modo suo, di aver goduto del mondo terreno declinando il concetto d'amore alla conoscenza degli elementi. Ed è sorprendente come nella morte non vi sia alcun rammarico. Nessuna mestizia per la vita persa, ma soddisfazione verso l'esperienza vissuta.

"Son morto in un esperimento sbagliato
proprio come gli idioti che muoion d'amore
e qualcuno dirà che c'è un modo migliore"


Emerge quasi una sorta di privilegio nel poter raccontare di essere morti facendo ciò che si ama. L'elezione dell'aver potuto concludere il proprio destino con ciò che ha dato significato alla vita. È per noi doveroso citare anche un'altra versione del brano, una cover cantata maestosamente da Morgan, forse una delle migliori reinterpretazioni nella musica italiana. La voce di Morgan comunica lo stato di grazia del protagonista defunto, mentre la strumentale riarrangiata trasmette emozioni che si sposano coerentemente con il testo. In questa versione è anche presente un richiamo a un brano della musica classica, il Canone di Pachelbel.

Questa canzone è un faro nel nostro presente. In un mondo dove i fini divengono la ricchezza e il guadagno, e il lavoro è il mezzo attraverso il quale conseguirli, il brano porta a riflettere su cosa voglia dire per noi "realizzarsi". La vera ricchezza non è forse poter fare la professione che amiamo? La vera realizzazione non è forse l'essere gratificati dalla nostra attività?




[Info]
Il racconto è stato scritto da Gianluca Boncaldo!
Se siete interessati a conoscerlo, ci lasciamo i suoi contatti: Facebook e Wordpress.

 

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